Come molti di
voi sapranno, da pochissimo abbiamo aperto una nostra redazione a
Napoli.
Per inaugurare
il magazine dedicato a questa città mi sono ripromesso di parlare
di un napoletano D.O.C..
Avrei potuto parlare
di Totò, dei De Filippo, o di uno dei tantissimi altri personaggi
che la fucina, quasi senza |
foto di Luigi Farina ©2004 |
fondo, della cultura napoletana ha sfornato
nel secolo scorso, tuttavia la mia scelta è caduta su un
personaggio altrettanto importante, che a mio avviso mostra il
volto del napoletano verace legato alle sue origini, nella sua
semplicità e schiettezza genuina, e che, anche se ci ha lasciato
troppo presto per poterci dire tutto quello che avrebbe voluto, ha
lasciato delle pagine immortali di poesia che emozionano e
emozioneranno sempre. Il personaggio di cui parlo è Massimo Troisi.
Devo dire che quando ho cominciato a
lavorare su questo articolo, che non voleva essere in ogni caso
una commemorazione, ma una ricerca di testimonianze, come se
ancora fosse in mezzo a noi, non pensavo di riuscire a trovarlo
ancora così vivo e presente, e spesso avevo proprio l'impressione
che da un momento all'altro dovesse spuntare e sedersi in mezzo a
noi con il suo sorriso e la sua semplicità.
Devo ringraziare San Giorgio a
Cremano e tutti quelli che me ne hanno parlato, sopratutto quelli
che gli sono stati più vicini, perchè con la loro testimonianza mi
hanno reso così viva la sua presenza, che adesso mi sembra quasi
di essere pure io uno dei suoi amici.
Adesso do voce a chi gli è stato
vicino e spero che chi leggerà questo mio articolo possa avere le
stesse mie sensazioni e così possa aumentare la schiera degli
amici di un uomo che, nonostante tutto, è e sarà sempre in mezzo a
noi.
Luigi
Farina |