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I vini DOC delle province siciliane: Catania
Articolo inserito il 20/07/2008 alle ore 22.10.00
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“Il vino è opera della natura e dell’arte dell’uomo: appartiene perciò a vari regni. Al regno della bellezza per primo: si pensi alle meravigliose e molteplici scale cromatiche dei grappoli, oppure alle infinite sensazioni aromatiche e gustative che il vino può offrire a seconda del suolo, della luminosità o del clima da cui proviene l’uva che l’ha prodotto.” Parola di Giacomo Tachis, enologo di grande ingegno e talento, innamorato di Sicilia.
Nell’Isola il sogno dei poveri fu la vigna dietro la casa, quello dei nobili una vigna per dare lustro al Casato. E’ terra a naturale vocazione viticola come l’attesta la nascita di viti durante il Terziario. Prima ancora che vi comparisse l’uomo.
CATANIA
La posizione particolare dell’Etna influenza il clima di tutta questa provincia. E, quindi, bisogna sempre tener presenta l’altitudine e l’esposizione. Correlati fra loro danno vita a differenti microclimi e microzone più o meno vocate alla viticoltura. I vitigni selezionati nel corso dei secoli nei comuni di Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea, sono riusciti ad arrampicarsi sino alla cima di alcuni coni eruttivi spenti. Il terreno ricco e le pendenze notevoli hanno condizionato sia la maturazione che la produzione per ceppo.
Nel versante che cade nel territorio di Milo si producono le migliori uve di Carricante da cui si ricava l’Etna Bianco Superiore DOC. Un vino intrigante che trova il suo equilibrio non prima di due anni dalla vendemmia e, in certi casi, dopo tre o quattro anni.
Così scrisse Mario Soldati: “...l’Etna bianco raccoglie e fonde, nel suo pallore e nel suo aroma, nella sua freschezza e nella sua vena nascosta di affumicato, le nevi perenni della vetta e il fuoco del vulcano.”
Da non dimenticare che nei territori del versante sud del vulcano si sono preservate antichissime varietà autoctone come la Vesparola e il Nerello Cappuccio che sono vitigni a rischio di estinzione. Nel versante nord, nel comune di Randazzo, resistono 40 ettari di Grenache, ossia Alicante, vitigno spagnolo sopravissuto pure alla fillossera di fine Ottocento. Pare che sia stato impiantato alla fine del Quattrocento.
E’ l’Etna DOC l’unico della provincia.
Etna Rosso – Uvaggi: Nerello Mascalese (minimo 80%), Nerello Cappuccio o Mantellato (massimo 20%) più eventuale aggiunta di uve bianche locali non aromatiche. Il vino ha colore rosso rubino con leggeri riflessi granato se invecchiato, rosato tendente al rubino il Rosato. Profumo intenso, vinoso; sapore secco, robusto, armonico, caldo.
Gradazione alcolica: minimo 12,5°.
Etna Bianco – Uvaggi: Carricante (minimo 60%), Catarratto bianco (massimo 40%) eventuali aggiunte di Trebbiano e Minnella bianca. Colore giallo paglierino, talvolta con leggeri riflessi dorati; profumo delicato, sapore secco, fresco, armonioso.
Gradazione alcolica: minimo 11,5°
Esiste soltanto una sottodenominazione geografica: Etna Bianco Superiore – prodotto in una particolare zona del comune di Milo. Uvaggi: Carricante (minimo 80%), Catarratto Bianco (massimo 20%). Gradazione alcolica: minimo 12°
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