Numero speciale del mese di Marzo 2006:
donare sempre nuove emozioni ricercando il meglio: Heinz Beck
intervista ad Heinz Beck di Luigi Farina
con acclusa la ricetta:
Spaghetti De Cecco con
limone di Amalfi e gamberi di fiume
introduzione e
indici
profilo di
Heinz Beck
foto di
Luigi Farina ©2006 |
Ci troviamo presso
il
Ristorante "La Pergola" del Cavalieri Hilton di
Roma, a "casa" di Heinz Beck, che è considerato
uno dei più grandi Chef della cucina
internazionale, arrivato in Italia nel 1994,
dopo avere lavorato in grandi strutture in
Germania e in Spagna. Da allora ha sposato
la cultura gastronomica italiana, dandogli un
suo tocco personale, capace di stupire ed
emozionare sempre, sia per la ricerca degli
abbinamenti che dei particolari, come per
esempio il piatto
dove adagiare quelle che diventano fra le sue
mani delle vere e proprie opere d'arte.
Heinz Beck, ci
accoglie con simpatia e risponde alle nostre
domande con molta attenzione e partecipazione.
Cominciamo
parlando del suo arrivo in Italia, dopo aver
girato per l'Europa.
Ho girato
sopratutto in Germania, ed ho lavorato |
anche in
Spagna. In Italia sono arrivato perchè
contattato dal direttore di questo albergo, che
mi ha cercato molto insistentemente. Non avevo
progettato di venire in Italia, perchè non c'ero
mai stato prima di essere contattato, per cui
dell'Italia non sapevo tanto. Arrivato qui, mi è
piaciuto il posto e la sfida e sono rimasto.
Tuttavia appena
arrivato ha sposato con molta passione e
professionalità i sapori italiani.
Certo,
successivamente, appena arrivato in Italia era
d'obbligo integrarsi bene, e per integrarsi bene
si deve studiare accuratamente il paese dove si
lavora.
Da qui ha anche
scritto dei libri, di cui uno dedicato alla
pasta.
La pasta è un
prodotto che amo tantissimo e ho voluto, dopo 10
anni di vita trascorsi in Italia,
immedesimandomi nel gusto degli italiani, dare
un'interpretazione della pasta non come la vede
uno straniero, ma come gli italiani si
aspettano. Per questo ho voluto, rispettando i
canoni storici e tradizionali, con l'aiuto dei
miei validi collaboratori italiani e il severo
giudizio della mia clientela, dare spazio alla
mia fantasia.
E cosa l'ha
affascinato di più della pasta e di quelli che
sono gli abbinamenti dei prodotti del territorio
con questo elemento?
La
possibilità di poterla presentare in infinite
preparazioni, moderne, classiche, informali,
eleganti, sempre adatte ad ogni occasione. La
possibilità di poterla poi abbinare ad una
moltitudine di prodotti tipici, permette di dare
spazio alla fantasia, ma si deve evitare di
stravolgere il gusto semplice e genuino della
vera pasta, che i clienti ricercano.
Infatti lei ha
scritto che il cliente si deve ricordare di
quello che ha mangiato e deve ritornare perchè è
rimasto contento.
Si questo è
importante.
Tuttavia lei
cura molto anche l'aspetto esteriore del piatto,
la sua presentazione, quanto è importante questo
altro aspetto nella sua cucina?
Un piatto è
costruito in diversi momenti, per prima cosa c'è
l'idea, poi c'è la prova, vedere se funziona,
dopo c'è la messa a punto del piatto. A questo
punto si può studiare l'aspetto visivo, ma
questo è sempre secondario, se un piatto è
bello, ma non è buono, è inutile continuare a
dare un bel aspetto al piatto.
Parlando di qualità del gusto, a me per esempio
piace tantissimo la pasta De Cecco. Molti mi
chiedono perchè con tutte le paste artigianali
che ci sono io scelgo la De Cecco, io rispondo
che è controllata sin dal mulino, sin dalla
scelta del grano, e quindi è più accurata la
selezione delle semole. Inoltre la loro scelta
dei tempi è ottimale, se si macina il grano e
dopo un'ora, due ore, verrà trasformato in
pasta, i fermenti non hanno il tempo di
attaccare la semola. La pasta non è altro che
acqua e semola, l'acqua è l'acqua di una fonte
cristallina, la semola è quella perfetta, ma è
importantissimo anche la lavorazione. Per questo
sono andato anche a vedere lo stabilimento.
Hanno dei tunnel lunghissimi dove essiccare la
pasta, ogni formato ha il suo tempo giusto a
lenta essiccazione. Poi sono andato in altri
stabilimenti industriali, e spesso invece che il
profumo della semola senti il profumo del
caramello e capisci che la temperatura per
essiccare la pasta è troppo alta, visto che la
pasta è amido, e l'amido è uno zucchero, che ad
alta temperatura caramella. Queste paste che non
scuociono mai, ma perchè non scuociono? E' come
quando si vede nella pubblicità il riso
parboiled che cotto sulla forchetta casca
singolarmente. Ma perchè casca singolarmente?
Perchè non libera l'amido, perchè gli è stato
fatto un trattamento a calore sotto pressione,
che caramellizza l'amido, e così il chicco non
libera l'amido durante la cottura, o ne libera
molto meno, e questo fa in modo che i chicchi
non si attaccano l'uno all'altro. La stessa cosa
succede con la pasta, se utilizzo una pasta che
è stata essiccata troppo velocemente, non si
scuoce mai, perchè all'esterno l'amido è
incollato, caramellato, ma mangio una pasta
cruda. E io la De Cecco è quella che apprezzo di
più, perchè quando la mangio sento il vero
sapore della pasta, sento un gusto.
Abbiamo parlato
di cercare la qualità in quello che mangiamo, ma
lei non si ferma qui, cerca anche di dare ad
ogni suo piatto il contenitore giusto, cercando
la porcellana più adatta, con la forma giusta
secondo la pietanza che deve presentare.
Adesso ho 32 forme
diverse di piatti, con così tante forme è più
facile trovare il piatto giusto. Quando ho
cominciato avevo quattro piatti base e per
diversi anno ho lavorato con questi. Però la
cucina è evoluzione e avevo necessità di avere
un'aggiunta di piatti di forma diversa. Per
risolvere questo problema ho contattato il
fornitore, ma ho trovato poca disponibilità a
trovare delle soluzioni, allora sono andato un
po' in giro alla ricerca di nuovi piatti e
scrissi ad una decine di case produttrici di
piatti di porcellana. L'unica azienda che ha
risposto è stata la Bernadeau francese e da
allora collaboriamo molto bene insieme, abbiamo
una grande stima reciproca. Loro sono molto
precisi e mi accontentano in tutte le mie
richieste.
E così oggi ogni pietanza ha il suo piatto. Il
piatto viene scelto in funzione della
coreografia. Per esempio per il fiore di zucca,
che io servo aperto, ha bisogno di un piatto che
dia supporto laterale, e per questo ne ho scelto
uno con una piccola fondina ed un bordo largo.
E, visto che
prima abbiamo parlato di pasta, che tipo di
piatti usa per la pasta?
Anche li varia in
funzione della pietanza, per gli spaghetti uso
una fondina, che può avere delle dimensioni
diverse, ma sempre in rapporto con la porzione.
Varia ancora se parliamo di pasta fresca; la
scelta del piatto dipende dalla grandezza del
raviolo, del tortellino o del fagottello, e deve
corrispondere alla misura del cibo,
se abbiamo dei tortellini molto piccoli la
fondina va bene se è una fondina molto bassa, la
fondina molto alta per la pasta non la scelgo,
per la pasta anche se uso delle fondine, uso
delle fondine abbastanza piatte.
Per finire,
se le fa piacere, potremo offrire ai nostri
visitatori una sua ricetta.
Certamente, e
visto che il vostro portale si chiama
spaghettitaliani, vi presento una ricetta a base
di spaghetti, tratta dal mio libro "La Pasta":
Spaghetti De Cecco con
limone di Amalfi e gamberi di fiume.
Dopo questa ultima
dimostrazione di disponibilità da parte del
nostro amico chef, lo salutiamo ringraziandolo
per la sua disponibilità e per il calore con cui
ci ha accolto.
Luigi Farina
LA
RICETTA
Spaghetti De
Cecco con limone di Amalfi e gamberi di fiume
© foto di Janez
Puksic
tratta dal
volume Pasta edito da Bibliotheca
Culinaria, Lodi.
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Dosi per 4 persone:
per i Gamberi
di fiume:
32 gamberi di
fiume
1 carota
1 gambo di sedano
pepe
2 foglie d'alloro
1 rametto di timo
per il Limone
di Amalfi:
1000 ml. d'acqua
300 g. di zucchero
per il fondo:
1 limone
30 ml di olio di
oliva extravergine
300 ml. di brodo
320 g. di
spaghetti
1 mazzetto di erba
cedrina
per il piatto:
50 g. di
parmigiano reggiano
|
Procedimento:
I gamberi di
fiume:
Cuocere i gamberi
di fiume in acqua bollente con carote, sedano,
pepe, alloro e timo per 2 minuti. Sgusciarli,
pulirli accuratamente.
Il limone di
Amalfi:
Portare ad
ebollizione l'acqua con lo zucchero in un
contenitore stretto e alto. Immergervi il limone
e cuocere a fuoco lento per 4 ore, aggiungendo
acqua calda quando il livello di acqua si
abbassa.
Togliere il
contenitore dal fuoco e lasciar raffreddare.
Togliere il limone
dal contenitore, eliminare i semi e la parte
bianca e tagliare la buccia a julienne.
N.B.: se
non trovate il limone di Amalfi utilizzare 1/2
di un altro.
Il fondo:
Tagliare a vivo il
limone e ricavarne degli spicchi.
Saltarli in
padella con dell'olio di oliva extra vergine per
qualche secondo. Aggiungervi la julienne di
limone e bagnare con il brodo.
Ridurre il tutto a
metà. Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua
e sale, scolarli e metterli nel fondo.
Mantecarli con
l'erba cedrina e i gamberi di fiume.
Il piatto:
Dividere gli
spaghetti nei quattro piatti e guarnire con
scaglie di parmigiano reggiano.
Si
ringraziano: |
L'Hotel
Cavalieri Hilton di Roma, il Ristorante
"La Pergola" di Roma, lo Chef Heinz Beck,
il Maitre Simone Pinoli, il Fotografo
Janez Puksic e la Casa Editrice
Bibliotheca Culinaria di Lodi. |
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