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La
recensione
di
Mario Corsini
11/12/2003 |
Dai tempi di nonno Elvis ad oggi il rock ne ha
fatta davvero tanta di strada. E già allora affondava le sue radici su qualcosa
d'altro visto che, come recitano i sacri testi, risultava come il frutto di una
fusione tra country americano e blues.. La faccenda si è in seguito assai
intricata, senza peraltro che ci si allontanasse troppo da quei pochi basilari
giri di accordi che ne costituiscono l'alfabeto. Diciamo che fino agli anni 60
esisteva una certa linearità per cui l'albero genealogico del rock si
accontentava.. di pochi rami. Ma negli ultimi tempi i generi e le contaminazioni
si sono moltiplicati sino ad una vera e propria jungla di fusioni e di sigle:
Hip Hop, Trip Hop, Lounge, Nu Jazz, Nu Metal, Chill Out e chi più ne ha più ne
metta. Persino il recensore di "Spaghettitaliani" è un po' confuso!
Alla corrente
Metal Ska apparterrebbero (spiegherò tra poco il condizionale) gli italiani
Meganoidi che si presentano alla seconda prova dopo l'esordio ed un singolo di
successo, a lungo in "heavy rotation" su MTV. Su internet questo nuovo disco
viene definito "diretto, sincero, granitico ,rasposo, suonato benissimo e con
accompagnamenti da leccarsi i baffi". Da altri viene giudicato "un passo
indietro" rispetto al CD d'esordio, per essersi allontanato dalla primigenia
"purezza metal ska delle origini"(!). A me pare invece che il pregio di
questo "Outside the loop.." sia proprio di non essere troppo legato agli schemi.
Premesso che lo Ska è una beffarda forma urbano-proletaria di reggae suonato
rozzamente con batterie fatte di casseruole e latte varie, fiati ed elettricità,
mentre il Metal è la forma più bastarda e violenta di Hard Rock i Meganoidi non
sono né l'uno né l'altro.
C'è in realtà
una sezione di fiati che ricalca quelle degli Specials e dei loro epigoni, né
mancano i chitarroni e voci falsettate alla Deep Purple o Metallica, ma
raramente ciò scade nello stereotipo. Per esempio "The beginning" è un
complicato ingranaggio di linee armoniche "progressive" e circonflesse tra fiati
e strumenti elettrici. Oppure "Inside the loop", forse il brano più bello
accoppia clangori tipicamente metallici a fiati che evocano a tratti quelli "soul"
degli Earth wind and fire". Ed ancora "the penguin against putrid power" fa
l'occhiolino, dalla parte dei "sex Pistols", al punk più duro. Tutti i pezzi
mostrano più facce in contemporanea, attraverso una grammatica balbettante di
frammenti brevissimi. Ogni brano mostra variazioni continue di stile che
tuttavia non compromettono una coerenza di fondo che davvero rende granitica
questa musica. Non a caso il gruppo si esprime al meglio nella sede dei
concerti, dove emerge al massimo la torrida temperatura della loro musica. Se
una critica si può fare è che talvolta le melodie (si fa per dire!) sconfinano
in qualche banalità e che talvolta addirittura si incorre in qualche caduta
canzonettara, subito inondata dalle asprezze dei riff e delle schitarrate.
Insomma un disco che anch'io non esito a definire sincero e promettente, non
fosse che in questo "mare magnum" di proposte del mercato si rischia di finire
inascoltati. Non è il caso dei nostri (vedi "Supereroi contro la municipale", il
singolo di successo di cui ho già accennato..) a cui tocca tuttavia di mantenere
certe promesse che in questo CD appaiono accennate. Un album interessante che ci
fa già aspettare il successivo con curiosità.
Mario Corsini |