Luglio

2003

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2003

 

379° Festino in onore di Santa Rosalia

Palermo - 10-15 Luglio 2003

La festa di una città

 

 

CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PERSONE HANNO PARTECIPATO
AL GRANDE SPETTACOLO PER FESTEGGIARE SANTA ROSALIA

 


LE FOTO

realizzate da Luigi Farina

il nostro racconto ad immagini degli ultimi tre giorni

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15 Luglio - La processione

 
   
   
   

 


Un bagno di folla, centinaia di migliaia di persone, tra palermitani e turisti, la notte scorsa sono scesi in strada per assistere al suggestivo spettacolo del 379° Festino in onore di Santa Rosalia, diretto da Davide Rampello.

Una tradizione che si ripete ogni anno da quando, nel 1624, la città venne invasa dalla peste e liberata dal morbo solo dopo il ritrovamento, dentro una grotta sul Monte Pellegrino, delle ossa della “Santuzza”.

Il Carro è stato il protagonista del corteo trionfale, preceduto da dieci tamburini, da un esercito di soldati in uniforme del seicento (alcuni veri militari di leva, altri figuranti), da sette portantine su cui erano sedute le Virtù cardinali e teologali, e da quattro portantine con i dignitari e il viceré. Un carro imponente, alto quasi dieci metri, realizzato in ferro, legno, vetroresina, dipinto con motivi marmorei e con alla sommità la statua di Rosalia, con il volto e le mani di porcellana.

La voce narrante di Arnoldo Foà ha accompagnato tutto il corteo, suddiviso in tre quadri teatralizzati: il primo, messo in scena sul piano del Palazzo Reale, ha raccontato la prima la Palermo seicentesca, con le sue botteghe artigiane e con il fiorire di attività, vita e colori, poi l’arrivo della peste e la morte, la città piegata dal male.

Il secondo quadro è stato messo in scena quando il Carro è giunto davanti alla Cattedrale, dove i toni teatrali della prima parte hanno lasciato il posto alle suggestioni luminose e alla liberazione dalla peste, rappresentata attraverso l’apparizione della statua della Santa sul Carro Trionfale: il tutto, scandito dalla voce di Foà, dalle testimonianze in dialetto seicentesco e dall’accompagnamento musicale.

Il Carro si è poi fermato al centro dei Quattro Canti, piazza Vigliena, “invasa” da palermitani e turisti, dove il sindaco è salito sul Carro, ai piedi della statua della Santa, deponendo un mazzo di fiori e gridando per ben due volte il tradizionale “viva Palermo, viva Santa Rosalia”. Il Corteo festante si è poi diretto verso il Foro Italico, la “passeggiata a mare”, dove a mezzanotte in punto sono esplosi i fuochi d’artificio: poco più di cinquanta minuti di coloratissime luci, accompagnate da “botti” e, per la prima volta, da un “barocco” sottofondo musicale, hanno illuminato a festa il “Foro Italico” e lo specchio antistante: un immancabile rito che ha simboleggiato il trionfo della vita sulla morte (ovvero del Bene sul Male) e la rinascita della città, liberata dalla peste grazie alla Santa Patrona.

E’ stato il momento della festa, alla quale hanno partecipato orgogliosi e affascinati centinaia di migliaia di spettatori, fra cui diversi turisti stranieri, attratti anche dai venditori di “calia e semenza”, “luppini”, fave secche, “babbaluci”, “mandorlate”, “nocciolate” e angurie ghiacciate.

Tantissima gente ha anche assistito allo spettacolo dal mare, a bordo di barche, barchette e gommoni.

Utilizzati duemila chili di esplosivo, circa tremila “bombe” e trecento disegni pirotecnici che hanno raffigurato e disegnato nel cielo soli e spighe. Per la prima volta in assoluto il momento più suggestivo del Festino è stato accompagnato da un sottofondo musicale, curato da 45 maestri, diretti da Gianluca Martinenghi, posizionati su un palco di fronte al “Palchetto della Musica”. La colonna sonora dei “botti” era prettamente barocca, con brani come la “Musica sull’acqua” e la “Musica per i reali fuochi d’artificio” di Georg Friedrich Haendel e i classici “triunfi” del Festino: il “Triunfu di Santa Rosalia” e il “Ballu di li virgini”. Finito il “concerto grosso per fuochi e orchestra”, organizzato e allestito da Andrea Peria, Alfio Scuderi e Sandro Tranchina (della Set artisti associati), è esplosa la “masculiata” finale, la liberatoria esplosione ritmica e assordante dei fuochi, accompagnata dal suono dei percussionisti, fino al tradizionale “botto” finale.

 
Realizzazione: Luigi Farina ( lfarina52@hotmail.com )

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