Come prima
domanda, ti faccio la stessa che ho fatto a Liebman, quali stimoli uniscono tre
personaggi, che anche se suonano lo stesso strumento, hanno dato molto di
personale alla musica jazz?
Per creare
musica e per essere se stesso è fondamentale interagire con altre persone perchè
ognuno stimola l'altro, perchè ciò può creare uno spettro di improvvisazione
molto più grande perchè ognuno ha uno stimolo diverso dall'altro, cosa che da
soli non si potrebbe fare e quindi tutto questo stimola l'altro nel modo più
corretto. E' importante interagire con gli altri, perchè la musica jazz è
rapportarsi con gli altri e per questo nel momento che interagisci con gli altri
puoi crescere e puoi sentire sempre di più queste vibrazioni che vanno
viaggiando. Il jazz è questo! Per esempio nella sezione ritmica è fondamentale
che ognuno è complementare e completi l'altro, ci sono dei momenti in cui ognuno
è se stesso e fa sentire la sua voce senza disturbare l'altro, ma ognuno da la
sua parte, completandosi a vicenda. Spesso i musicisti suonano allo stesso
tempo, noi non suoniamo allo stesso tempo, noi suoniamo insieme.
Chi ti ha influenzato di più fra i personaggi che hanno fatto la storia del
jazz?
Mio padre è
stata la mia prima grande influenza, lui suonava in modo stupendo, era
specializzato in swing, bebop, free jazz, e io ho imparato ascoltandolo,
studiando con lui e suonando con lui e con tetti i personaggi che gli stavano
intorno, a Cleveland nell'Ohio, anche se tutti i miei nonni venivano dalla
Sicilia e sono emigrati negli Stati Uniti, trovando la loro fortuna a Cleveland.
Mio padre mi ha fatto ascoltare i dischi di Charlie Parker, Dizzy Gillespie,
Thelonious Monk, Sonny Rollins, John Coltrane, Johnny Griffin, Max Roach..., ed
ascoltando questi dischi, e osservando e ascoltando mio padre, sono stato
ispirato e stimolato a suonare la musica jazz. Prima che io nascessi, mio padre
già suonava con questi grandi del jazz, come Lester Young, Charlie Parker, John
Coltrane..., negli anni '50, io so cosa vuol dire, me lo ha trasmesso mio padre,
mi parlava spesso di questo e mi trasmetteva lo spirito del jazz, capendo che
John Coltrane non era solo un mito, ma era una persona vera, che provava e usava
le stesse cose che provo ed uso io, anche lui sbagliava e tornava a provare. Non
era una leggenda, era vero! Io non ho mai suonato con lui, ma mio padre si, ha
suonato il blues con John Coltrane. Nelle vie del jazz, non ci sono solo le
leggende, ci sono anche le armonie, le canzoni, tutto quello che è stato
prodotto, e tutto ciò è quello che ci è rimasto concretamente. Mio padre
conosceva i personaggi, ma la cosa più importante era la musica, ed io ho
imparato ascoltando la musica, non solo di parlare di persone e sapere che
questi esistevano realmente. La cosa concreta rimaneva la musica.
Facendo adesso un salto nell'eno-gastronomia, qual'è il tuo rapporto con il
cibo e il vino, e cosa ti piace della cucina italiana, visto che come hai detto
i tuoi nonni erano siciliani?
Partiamo dalla
base che io sono cresciuto con mia nonna, siciliana, che cucinava ogni domenica
per una tavolata enorme, dove si radunavano tutti i parenti. Mi ricordo gli
spaghetti al pomodoro, carciofi, mozzarelle, scaloppine, pesce spada. Io ho
girato tutto il mondo ed ho imparato le diverse origini e modi di cucinare il
cibo, ma il pesto, il tartufo, i diversi modi di cucinare italiani sono unici.
Io ho provato a cucinare le seppie, la pasta aglio, olio e peperoncino,
sperimentando, aggiungendo per esempio "ginger". Mia madre mi voleva sempre
riempire di cibo, mi diceva: "non sei abbastanza pieno", ed ecco la mia
rotondità. Comunque ero sempre pieno di cibo, sono cresciuto in mezzo al cibo
italiano. Per la prima volta a luglio sono stato in visita nel paese delle mie
origini, le nostre famiglie erano i Lovano e i Faraci e provenivano da Alcara Li
Fusi, sono stato li ed ho mangiato il cibo direttamente dalla campagna, sono
stato a Cesarò, in provincia di Messina, dove ho mangiato tantissimo, roba
naturale, la vedevo raccogliere dai campi. Adesso il prossimo agosto voglio
passare un po' più di tempo a Cesarò, dove ci sono i miei parenti, cugini,
conoscenti,....
Ringrazio
Joe Lovano per la sua disponibilità e per la simpatia con cui mi ha
accolto e mi
commiato aspettando con interesse di assistere alla loro performance.
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