Alla Corte di Don Alfonso
piatti che vengono provati e riprovati mille volte prima di essere inseriti nella carta, ma anche quella dei materiali scelti, uno per uno con un’attenzione quasi “maniacale” presso i migliori maestri artigiani locali, per ristrutturare e arredare sia le 7 eleganti suites sia l’appartamento del poeta Salvatore Di Giacomo, fiore all’occhiello del relais. Eccellente anche l’accoglienza in sala curata da Livia, impagabile padrona di casa che ha la capacità di far sentire a casa propria gli ospiti già dopo pochi istanti, dall’impeccabile figlio Mario (che all’occorrenza se la cava egregiamente anche in cucina), dal cordiale Maurizio Cerio, primo sommelier, e da una brigata sempre all’altezza della situazione. A completare lo splendido poker d’assi degli Iaccarino c’è Ernesto che, dopo una laurea in economia, ha scelto di dedicarsi alla cucina seguendo, con notevole successo, le orme del padre. La sala da pranzo, il cui candore estremo è rallegrato dai delicati colori pastello della tappezzeria delle poltroncine, consente di seguire attraverso i vetri il lavoro della nutrita brigata di cucina che ha la fortuna di operare in un ambiente circondato da ceramiche vietresi. Ciò che colpisce della famiglia Iaccarino, e questo sicuramente è anche uno dei segreti del loro successo, è l’estrema semplicità di tutti i componenti. Alfonso è l’uomo più felice del mondo quando va all’alba, in compagnia dei suoi amati cani, nella sua azienda agricola Le Peracciole posizionata di fronte a Capri. Livia sembra che la si conosca da sempre. E lo stesso vale per Mario ed Ernesto.
Alfonso, quando nasce l’amore per la terra e la passione per la cucina? Già da bambino. Ero molto attratto dalle cucine dell’albergo di famiglia, ma ero costretto a frequentarle quasi di nascosto perché mia mamma non era molto contenta che mi impiastricciassi tutto. E Livia già all’epoca era mia complice. Livia, perché il ristorante si chiama “Don Alfonso 1890” visto che è nato nel 1973? In omaggio all’instancabile nonno di Alfonso (suo omonimo) che, andato giovanissimo a cercar fortuna in America, con i frutti del duro lavoro oltreoceano acquistò un fabbricato a Sant’Agata sui Due Golfi, suo paese di origine, per dare vita a una piccola pensione con poche camere inaugurata nel 1890, la cui antica dependance, attualmente ospita le sale da pranzo e le cucine. Cosa vi ha portato a dare vita nel ’90 all’azienda agricola biologica Le Peracciole? La difficoltà sempre crescente di reperire oli extravergini di qualità ci ha spinti a iniziare a produrli da soli. Avevamo acquistato un apparecchio che ci consentiva di misurare l’acidità dell’olio e i valori che riscontravamo erano piuttosto sconfortanti. Anche con Le Peracciole non è mica stato tutto semplice dall’inizio: le pochissime bottiglie prodotte il primo anno ci sono costate qualche milione di lire ognuna! Ora produciamo non solo l’olio ma anche gli ortaggi e la frutta che adoperiamo nella nostra cucina e che trasformiamo in conserve e liquori acquistabili sia presso il nostro show room sia sul nostro sito internet. Diciamo che siamo stati tra i primi esempi di filiera corta. Il ’99 è stato l’anno dell’ingresso di Mario ed Ernesto nell’azienda Don Alfonso. Col loro ingresso cosa è cambiato? Il fatto di poter essere sostituiti egregiamente dai nostri figli ci ha dato la possibilità di accontentare le numerose richieste di consulenza creando la Don Alfonso Consulting & Distribution. Attualmente abbiamo ben 8 consulenze in corso nei vari continenti. Una delle più recenti è quella per il ristorante dell’Hotel La Mamounia di Marrakech (il più famoso hotel del Marocco, set di molti film tra cui “L’uomo che sapeva troppo” di Hitchcock) che riaprirà nella primavera del 2009 dopo una lunga ristrutturazione. In un periodo in cui anche le grandi catene alberghiere internazionali, a causa della crisi del settore turistico, evitano di fare forti investimenti in questo settore, gli Iaccarino hanno investito risorse ingenti per creare le suites del relais. Ma allora andare controcorrente è proprio un “vizio”… Siamo solo molto innamorati della nostra terra e ritenevamo giusto offrire ai nostri ospiti anche la possibilità di trattenersi per qualche giorno in un ambiente tranquillo e confortevole per andare alla scoperta del mare, della natura e della cultura della Penisola sorrentina dopo averne conosciuto i sapori e i profumi a tavola. La vostra cantina è a dir poco strepitosa: 25.000 bottiglie e 1.300 etichette, di cui alcune praticamente introvabili e dal valore inestimabile, custodite in un cunicolo di epoca romana con temperature e umidità perfette. Come siete riusciti a creare una collezione così straordinaria? E’ il frutto del nostro peregrinare per il mondo alla ricerca delle piccolissime cantine con produzioni limitate e di grande qualità. Ricordo quella volta in cui, pur di raggiungere in Normandia un produttore di calvados con cui avevamo appuntamento, abbiamo attraversato la Francia paralizzata dal ghiaccio e dal freddo (le temperature scesero a -20°) rischiando che il motore diesel si bloccasse a causa delle basse temperature.
Don Alfonso 1890
Corso Sant’Agata, 11/13 Menu degustazione a partire da 130 euro Come arrivare: Autostrada A3 Na - Sa, uscita Castellammare di Stabia. Prendere la SS 145 in direzione di Sorrento; giunti a Sorrento seguite le indicazioni per Sant’Agata sui Due Golfi
dalla rivista Sapori e Piaceri di dicembre 2008 che ci autorizza la pubblicazione e che ringraziamo per la concessione.
Laura Gambacorta Alcune foto (gentilmente concesse dal Ristorante Don Alfonso 1890): clicca sulla miniatura per vedere l'ingrandimento!
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