Federico Caruso
pronipote di Enrico Caruso |
Ci racconti
qualcosa sul suo illustre antenato, sopratutto sul suo rapporto con il
cibo e il vino.
Innanzitutto vorrei ringraziare il
Ristorante Caruso e Guido d'Onofrio di Foggia, che hanno reso
possibile questa manifestazione.
Si possono raccontare tanti aneddoti su
Caruso, sicuramente era un buon mangiatore ed un ottimo bevitore,
addirittura in una delle sue prime recite cantò da ubriaco, nonostante
questo ebbe un grande successo ugualmente, e la gente acclamò lui, che
evidentemente era meglio lui ubriaco che quell'altro sobrio.
Lui amava moltissimo il vino di Gragnano,
che era qui, la Falanghina dei Campi Flegrei sicuramente, e poi si era
innamorato del Chianti. Aveva due tenute una a Lastra a Signa e una a
Sesto Fiorentino, e produceva da una parte il Chianti dei Colli
Fiorentini e dall'altra parte il Chianti Montalbano. Devo dire che la
passione per il vino gli è nata insieme con la lirica, uno dei suoi
cavalli di battaglia era la Cavalleria Rusticana, con il famoso "viva
il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante".
Nonostante questo lui è rimasto sempre
legato alle cose semplici, alla naturalezza, per esempio come quando
ebbe un incidente alla sua villa di Lastra a Signa, durante i moti
socialisti ci fu quello che si chiamerebbe oggi un esproprio
proletario, lui disse "prendete tutto quello che volete, non mi
interessa, ma state attenti alla vacca, perchè ha il vitellino",
quello di cui si preoccupava era che la vacca non avesse a soffrire di
questo fatto. Era sicuramente amante delle cose semplici. |