che si potevano gustare in quei anni
come i maltagliati con i fagioli, lo zampone, il cotechino, …, e
così nasceva praticamente il Ristorante Fini. Il ristorante è ancora
oggi collegato da una porticina con il retrobottega della salumeria.
E da li parte un pochino tutto, pian piano si è allargato, è
diventato un pochino più grande, e questo è l’inizio del cammino di
tutta l’azienda, poi si è aggiunto l’albergo, che prima era in largo
Garibaldi, poi negli anni ’70 è stato spostato sulla via Emilia,
quindi un pochino più avanti andando verso Bologna, e a settembre
dell’anno scorso è nato questo piccolo gioiellino che è l’hotel San
Francesco, che si trova a fianco e sopra al ristorante, che è stato
per l’occasione anch’esso ristrutturato.
Tornando a parlare del primo albergo della famiglia Fini, intorno
agli anni ’30, quello di largo Garibaldi. Aveva una caratteristica
che mi fa piacere ricordare: era a due passi dalla scuderia Ferrari
e quindi fu un punto di ritrovo per tantissimi personaggi legati
all’automobilismo.
Si a
quei tempi fu acquisito dalla famiglia Fini, era già esistente, e la
struttura era caratteristica dell’albergo, la si può vedere ancora,
anche se adesso l’edificio è occupato da una banca. Poi per motivi
di ristrutturazioni decisero di lasciarlo e di spostarsi un pochino
più avanti in una nuova struttura, all’interno molto funzionale, ma
all’esterno molto diversa, con uno stile molto più moderno rispetto
a quello che era invece quella di largo Garibaldi. Negli anni ’40
vicino all’albergo di largo Garibaldi nacque la scuderia Ferrari, e
l’albergo diventò il punto di ritrovo di piloti e personaggi legati
all’automobilismo. In ogni caso tutti i personaggi che in quel
periodo sono passati per Modena siano passati da quell’albergo, chi
si è fermato in albergo, chi solo per una sosta, un pranzo o una
cena al ristorante. Vedendo le fotografie dell’epoca personaggi
illustri ne sono passati parecchi, come d’altra parte ancora oggi.
Parliamo adesso dell’ultimo nato, quello che lei ha chiamato un “gioiellino”,
costruito su tre palazzi diversi, con i problemi dovuti ai livelli
diversi dei piani e dal fatto che essendo palazzi storici non
potevano essere stravolti, riuscendoci fra l’altro, come ho potuto
constatare di persona, in maniera egregia.
Intanto la famiglia Fini abitava qui al primo piano, sopra al
ristorante, poi si spostarono e le sale al primo piano vennero usate
per sale banchetti. Andando avanti negli anni, salendo nei piani
superiori e nella palazzina a fianco nacquero gli uffici, la parte
amministrativa dell’azienda, anche perché nel frattempo la famiglia
Fini decise di avviare anche una parte industriale con i salumifici,
con le paste fresche, quindi una parte importante che doveva essere
controllata da una parte amministrativa, e lo spazio venne ricavato
in questa palazzina adiacente al ristorante, e così è stato per
molti anni. Poi la parte industriale dell’azienda venne ceduta nel
1889, e questa palazzina divenne troppo grande per ospitare gli
uffici che necessitavano per il resto dell’azienda, quindi si pensò
di spostarli un po’ più fuori Modena, e così questa parte restò
vuota. E rimase vuota per diversi anni. Poi i nipoti del commendator
Telesforo, gli attuali proprietari pensarono appunto di costruire un
piccolo albergo, lo spazio non era sufficiente e quindi venne
acquisita anche una terza palazzina attaccata alle altre due,
appunto per questo sono tre strutture. Essendo in centro storico non
era possibile livellarle, per cui esternamente la ristrutturazione è
stata fatta seguendo i vincoli architettonici del centro storico,
all’interno è stato sventrato tutto completamente, ma essendo i
piani su livelli diversi si è dovuto ricorrere a Sali e scendi per
passare da una palazzina all’altra, che in alcuni casi si ritrovano
anche nelle camere. Tuttavia penso sia una caratteristica piacevole,
che da anche un tocco di familiarità alla struttura. Alla fine le
stanze sono tutte diverse l’una dall’altra, alcune hanno anche delle
caratteristiche uniche come le suite dell’ultimo piano che hanno un
giardino, con dei piccoli bonsai, con una vetrata che da su questo
giardino, ce n’è una che ha un salottino da dove si possono ammirare
i tetti di Modena. Le altre camere sono fatte con metrature diverse,
con arredamenti diversi, marmi diversi, anche i bagni sono
strutturati in modo differente, ce ne sono di quelle affrescate,
alcune hanno le travi di legno, quindi c’è la possibilità di
scegliere un po’ per tutti i gusti.
Tornando a parlare del ristorante, cosa offrite ai vostri clienti?
Che tipo di cucina presentate?
Noi
siamo un ristorante di tradizione, nasciamo come un ristorante
tipico modenese, e ancora siamo convinti di esserlo e portiamo
avanti questa idea. Basta guardare il nostro menu per accorgersi che
la prima pagina è dedicata a tutti piatti della cucina di Telesforo
e Giuditta Fini e poi Giorgio Fini, quindi comunque piatti
tradizionali, che vanno dagli antipasti di salumi, cercando quanto
possibile di andare alla ricerca del massimo della qualità, quindi
il culatello con le stagionature, i 36 mesi, il prosciutto di Parma
e di Modena, la mortadella, quelle cose che già offrivano in
salumeria i primi anni. I tortellini in brodo, il bollito, il fritto
misto, il pasticcio di tortellini, quelli sono comunque, e restano,
i nostri cavalli di battaglia. La gente ancora, e questo ci fa un
enorme piacere, viene per gustare questi piatti, non dico scomparsi,
però che sono legati alla tradizione della cucina modenese. Poi
ovviamente per ragioni anche pratiche, nel senso che noi abbiamo una
buona parte della nostra clientela che è formata da affezionati,
diciamo così, anche modenesi, proponiamo anche una cucina più
internazionale, quindi piatti di pesce, che sarebbe quasi
impensabile non avere al giorno d’oggi, c’è una forte richiesta, e
va aumentando. Però quello che ci rende più orgogliosi sono i piatti
della tradizione, quindi portiamo avanti la cucina tradizionale, se
si vuole un attimino alleggerita, ma mai arrivata a scomporre i
piatti, o a rivisitazioni così forti come altri ristoranti
propongono.
Questo è un ristorante legato ad un albergo, ma in una forma un po’
anomala essendo nato prima il ristorante e molto dopo l’albergo. Che
percentuale di clientela del ristorante è composta da ospiti
dell’albergo, in confronto agli esterni che vengono a gustare la
vostra cucina?
Potremo dire che non è il ristorante dell’albergo, ma è l’albergo
del ristorante, perché comunque, senza nulla togliere all’albergo,
il ristorante ha una storia ormai abbastanza lunga, quindi è
fortunatamente molto conosciuto. La maggior parte della clientela
proviene dall’esterno, e poi ci sono anche quelli che si fermano in
albergo. La percentuale delle presenze di ospiti dell’albergo non è
al momento altissima. E’ chiaro che il cliente che passa da Modena e
si ferma in albergo, difficilmente non coglie l’occasione di
fermarsi almeno una volta al ristorante, anche se fa un pranzo
veloce, però in genere la sera passano sempre.
Fra i personaggi che sono passati da qui ne ricorda qualcuno in
particolare?
Di
personaggi ne ho visti tanti, dal mondo della politica, allo
spettacolo. Ricordo l’onorevole Nilde Jotti, ricordo Pertini,
ricordo che durante la visita del Papa a Modena, non si fermò al
ristorante, ma andammo noi perché fu ospitato in Prefettura e
andammo in Prefettura a servire Giovanni Paolo II. Parecchi
personaggi della canzone e dello spettacolo, come Pippo Baudo, la
Vanoni, Gino Paoli, fino ad arrivare all’ultimo, che era qui a
Modena domenica scorsa, Fiorello. Mike Tison, un po’ di tutto. |