La Notizia: nasce la pizzeria
napoletana gourmet
di Luigi Farina
con intervista ad Enzo Coccia
Napoli, 11
Ottobre 2010
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Si
è inaugurata oggi la PizzAria La Notizia, nuovo locale di
Enzo Coccia, sito sempre in Via Caravaggio a pochi metri di
distanza dalla Pizzeria La Notiza, unica pizzeria italiana ad
essere citata nella guida Michelin. Per parlare di questa nuova
avventura e per spiegare la sua filosofia che ha determinato così
tanti successi, abbiamo ascoltato l'artefice di tutto ciò, Enzo
Coccia.
Intervista ad Enzo
Coccia:
Siamo qui con Enzo Coccia nella sua
nuova pizzeria che si inaugura oggi e che aprirà i battenti al
pubblico dopodomani, per parlare di questa sua nuova avventura. Per
cominciare parliamo della filosofia che hai portato avanti nella tua
"vecchia" pizzeria che è ormai diventata un punto fermo per chi
vuole gustare una pizza napoletana preparata a regola d'arte e con
ingredienti di qualità.
Sono pizzaiolo da sempre, la mia
famiglia viene dal centro storico di Napoli, la così detta
Maddalena, alle spalle di Garibaldi, alla Stazione Centrale.
Quindici anni fa ho deciso di trasferirmi in un'altra zona, in via
Caravaggio al Vomero, dove ho aperto la prima pizzeria "La Notizia"
il 25 Giugno del 1995. Già a questo locale ho dato una certa
impronta, dandogli un significato, qualcosa di diverso della solita
pizzeria, dozzinale, senza identità e senza che potesse significare
qualche cosa sia per chi la prepara che per chi la mangia. In questo
locale ho iniziato il percorso della mia storia, cercando sempre di
migliorarmi nel rapporto con la pizza napoletana, ma sopratutto sia
con i prodotti che la compongono, sia col rapporto con le persone
che la degustano. Se io faccio una pizza con un pomodorino
particolare, devo cercare chi produce questo pomodorino, vedere se
va bene come abbinamento, provarne il |
gusto, il sapore, e vedere se può dare un
messaggio, e poi la confronto con il mio amico-cliente e gli spiego che cos'è
questa pizza con quel particolare pomodorino, nasce così questo scambio
culturale attraverso il cibo che va al di la del manipolatore, non è il
riempirsi lo stomaco o degustare un prodotto senza sapere cosa è.
Adesso parliamo di questa tua nuova
avventura di questa nuova pizzeria "la Notizia" che stai aprendo a
pochi metri dall'altra sempre su via Caravaggio.
Trascorsi questi quindici anni ho voluto aprire questo nuovo locale,
che prende sempre il nome "La Notizia", e che è un'ulteriore
evoluzione del vecchio locale. Evoluzione, nel senso che ho voluto
fare la pizza napoletana con altre tipologie di ingredienti e altre
tipologie di vini e birre artigianali da abbinare alla pizza
napoletana. Partendo sempre da un punto indissolubile: territorio -
prodotto. Quindi ho selezionato prodotti, birre artigianali e vini
che provengono esclusivamente dalla regione Campania: ci saranno dei
birrifici artigianali che sono della Campania, ci sono dei prodotti
che vanno dal maiale nero casertano, alla salsiccia di bufala, alla
ricotta di bufala stagionata, o altri però comunque legati al
territorio, e mi sono divertito a preparare queste nuove tipologie
di pizze che comunque rappresentano un pezzo di tradizione, se poi
vogliamo la possiamo chiamare innovazione, nella pizza, sempre
legati con un filo indissolubile alla nostra terra, alla nostra
Campania. Quindi questo nuovo locale, sarà anch'esso di qualità, ma
rispetto all'altro ci sarà la possibilità di assaggiare piatti
nuovi, parlando sempre di pizza, non voglio uscire dalla mia
identità di pizzaiolo. Se avremo fra i nostri formaggi il Provolone
del Monaco, non lo servo al tagliere insieme ad un Silano e ad un
Caciocavallo, ma lo utilizzo sulla pizza o con la pizza. Sarà una
bellissima esperienza. Sono convinto che un artigiano fa parte di
una scuola, di una tradizione, nel mio caso della tradizione
napoletana dei pizzaioli e sono un erede di questa tradizione che la
storia ci dice che è iniziata nel 1730, ma l'artigiano deve comunque
evolversi nella ricerca e nello sperimentare, sempre nel buono,
nuove caratteristiche culinarie sulla pizza napoletana, nel mio
caso. Ovviamente i miei clienti dovranno avere una cultura
gastronomica per entrare in sintonia con il mio percorso, perchè uno
dei miei obbiettivi è quello di realizzarmi anche come persona,
attraverso uno scambio culturale con i miei amici-clienti.
Abbiamo parlato della tradizione della
pizza napoletana. Come si rapporta questa tua nuova pizzeria con
questa tradizione? |
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In ogni caso siamo sempre legati al punto di vista
storico. Se prendiamo un libro del 1847, scritto da un francese, di cui al
momento mi sfugge il nome (n.d.r.: Francesco de Bourcard), "Usi e
costumi di Napoli", viene descritta la pizza napoletana, e quindi il
pizzaiolo, e vi si legge: "la gente ci metteva sopra quello che ci veniva per
la testa" in napoletano "per la capa". Ovviamente per la povertà di
quel tempo chi aveva la possibilità ci aggiungeva ingredienti più ricchi, la
mozzarella, il prosciutto, il salame, le arselle, ..., chi aveva pochi soldi ci
metteva solo il pomodoro, quindi già da allora la pizza napoletana era
considerato come un contenitore di prodotti legati alla tradizione. Secondo me è
riduttivo parlare di pizza margherita, che poi si faceva già cinquanta anni
prima, per la volontà della regina Margherita, che cercava così solo il consenso
per l'unità d'Italia, quindi era una situazione più politica che gastronomica, i
Savoia cercavano così di accattivarsi le simpatie del popolo, oggi si
chiamerebbe consenso politico.
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Ho notato che hai studiato i minimi
particolari in questa tua nuova avventura, anche dal punto di vista
della tecnologia, poco fa misuravi la temperatura dell'ambiente dove
lievita l'impasto. Come ti rapporti con la scienza e la tecnologia?
Io ho fatto questo discorso dentro di
me: "La tecnologia, l'evoluzione, la scienza deve essere staccata
dalla tradizione o deve accompagnare la tradizione?". Per
esempio i vecchi pizzaioli non sapevano che l'impasto aveva un
periodo di pre-lievitazione, un periodo di lievitazione ed un
periodo in cui come si dice a Napoli l'impasto si è "scriscitato",
cioè che dopo la sua maturazione diventa acido, ed usavano più
l'esperienza. Ma se noi scientificamente sappiamo gestire queste
fasi dell'impasto, eliminiamo una percentuale di errori, che ci
saranno sempre, visto che facciamo un prodotto manuale, artigianale,
ma se, parlando sempre di impasto, andiamo a studiare le farine nel
laboratorio di qualsiasi mulino, riusciamo a fare una pizza
qualitativamente migliore di quella che si faceva 200 anni fa, ma
non dobbiamo sicuramente sostituire la tecnologia e la scienza
all'alimento e nel nostro caso alla pizza. Mi spiego meglio, se noi
facciamo un processo di congelamento o di surgelamento della pizza,
poi l'andiamo a riscaldare e la mettiamo in un forno a microonde noi
ci siamo totalmente distaccati dal concetto di pizza napoletana,
però se noi cerchiamo di fare il meglio del meglio aiutandoci con la
scienza, come ho fatto per esempio con i contenitori per l'asporto
in fibra vegetale (vedi immagine qui a fianco) e non le
mettiamo più in un contenitore di piombo che è tossico e cancerogeno
e quindi fa male, noi con l'evoluzione scientifica aiutiamo il
prodotto tradizionale. E questo vale in tutti i campi, se l'enologo
stravolge tutto in cantina con un grande vitigno, ha fatto un
errore, ha trasformato la natura in un'altra cosa, ma se l'enologo
fa degli interventi lievi, capillari in cui va a migliorare un
grande vitigno |
come un Aglianico o un Taurasi, ben venga la
tecnologia e l'esperienza scientifica.
Grazie per
il tempo che mi hai dedicato, un grosso in bocca al lupo per la tua nuova
avventura e speriamo che fra altri 15 anni ci possiamo rincontrare per dare
notizia della terza pizzeria "La Notizia".
E' troppo
faticoso, fra 15 anni avrò più di 60 anni e non so...
Ma non si
può mai sapere...
In effetti la
vita si è allungata ringraziando la scienza...
Luigi
Farina
Le Fotografie della serata:
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tutte le foto sono state scattate da Luigi Farina
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