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5 Maggio - Palermo - Giovedì 5 maggio, alle 19, nello spazio Grande Vasca dei Cantieri culturali alla Zisa, verrà inaugurata la mostra di Dominique De Beir, dal titolo Gli attrezzi della mia passione. L’evento rientra nelle Officine dell’arte, la manifestazione promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune e dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, ed è realizzato dal Centre Culturel Français de Palerme et de Sicile.

 

PER LA MANIFESTAZIONE “LE OFFICINE DELL’ARTE”, GIOVEDÍ ALLE 19 AI CANTIERI CULTURALI VERRA' INNAUGURATA LA MOSTRA DELL’ARTISTA DOMINIQUE DE BEIR DAL TITOLO "GLI ATTREZZI DELLA MIA PASSIONE

Giovedì 5 maggio, alle 19, nello spazio Grande Vasca dei Cantieri culturali alla Zisa, verrà inaugurata la mostra di Dominique De Beir, dal titolo Gli attrezzi della mia passione. L’evento rientra nelle “Officine dell’arte”, la manifestazione promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune e dall’Accademia di Belle Arti di Palermo, ed è realizzato dal Centre Culturel Français de Palerme et de Sicile.
La mostra sarà aperta al pubblico da martedì a sabato, dalle ore 14 alle 19, e sarà visitabile fino al 19 maggio. L’ingresso è libero.
Da diversi anni, Dominique de Beir sviluppa la sua arte pittorica, partendo da una problematica sul rapporto verso l’immagine e sul linguaggio, sul rapporto verso il libro in quanto oggetto, una messinscena del corpo come presenza ontologica e come strumento di comunicazione verso l’altro.
La sua massima espressione è la perforazione del supporto: pagine di libri fabbricate con fogli stampati o vergini ma sempre trovati, fogli di cartone a misura d’uomo... Gli strumenti utilizzati sono fabbricati a partire da oggetti d’uso corrente (scalpelli, chiodi e altri ancora). Le tracce lasciate da Dominique de Beir, ricordando la scrittura braille, parlano di una violenza astratta, potente ma, al tempo stesso, controllata. Forma di un linguaggio incosciente, queste lasciano intravedere un “dietro” l’opera e attestano una volontà del corpo di misurarsi con il formato del supporto, segno di un’operazione di disincanto del potere dell’immagine: attaccarlo come uno schermo da attraversare, come un’epidermide da toccare. Offuscando l’immagine, Dominique de Beir ritorna a un corpo che sfugge a qualsiasi definizione formale, al limite di ogni visibilità e di ogni rappresentazione. Il soggetto lascia che un granello, una materia si svelino.