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30 Agosto - KALS'ART, presentato Pinocchio nero in scena allo Spasimo dall'8 al 9 Settembre.

 

KALS’ART 2004
 

PRESENTATO “PINOCCHIO NERO”, IN SCENA ALLO SPASIMO L’8 E IL 9 SETTEMBRE

IL SINDACO: “BISOGNA AIUTARE I BAMBINI DISAGIATI E LE LORO FAMIGLIE”
 

La favola di Pinocchio nel racconto di venti ragazzi keniani “strappati” ai bassifondi di Nairobi. È il filo conduttore di Pinocchio Nero, spettacolo-evento scritto e diretto da Marco Baliani, musicato da Marco Betta e ora atteso a una duplice prima nazionale fra Roma e Palermo, nella prima decade di settembre. Nel capoluogo siciliano l’appuntamento è per l’8 e il 9, allo Spasimo, nel cuore della Kalsa, lo storico quartiere arabo al centro della rassegna Kals’Art 2004.

Non una semplice esperienza di teatro-danza, per i giovanissimi protagonisti, tutti di età compresa fra 11 e 17 anni: per loro il palcoscenico è anche la prima vera possibilità di guardare a una nuova vita, non più segnata dalla strada e dai diritti negati.

Patrocinato dal Comune di Palermo insieme al Comune di Roma e alla Provincia di Parma, promosso da AMREF Italia, Teatro delle Briciole, Teatro Stabile di Innovazione e Circuito Teatrale Regionale Siciliano, il progetto è stato presentato oggi in conferenza stampa al Globe Theatre di Roma dal sindaco di Palermo, Diego Cammarata, e dal primo cittadino della Capitale, Walter Veltroni. Fra i sostenitori dell’iniziativa anche la fondazione nazionale “Carlo Collodi”, la fondazione “Silvano Toti” e “Sony PlayStation”.

In diverse occasioni – ha detto Cammarata – ho sottolineato che il mio impegno come sindaco di Palermo è rivolto all’intera città, intendendo con questo sottolineare la scelta di non voler mai cedere a particolarismi o consentire la creazione di privilegi. Ma c’è qualcuno per cui si può, invece, intervenire in particolare: si tratta dei bambini, e ancor di più di quelli che vivono in condizioni di forte disagio in tutto il mondo, come nel caso di questi piccoli di Nairobi, ma anche nella nostra città”.

È proprio questa analogia – ha proseguito il Sindaco – che mi ha spinto a patrocinare questo progetto: anche a Palermo ci sono bimbi che hanno bisogno di aiuto e di sostegno. Per loro e per nostra fortuna, però, la città sa mostrare la propria capacità di sostenere i più piccoli: sono stato ieri all’Ospedale Civico, dove è ricoverato il piccolo Giuseppe, colpito per errore da una pallottola esplosa durante una lite che non lo riguardava, nel popoloso e disagiato quartiere dell’Albergheria. Ebbene, tutto il quartiere si è stretto attorno a lui e la sua famiglia, che vive in una condizione di forte disagio, mi ha rivolto, con grande compostezza, richieste che costituiscono non favori ma diritti: casa e lavoro innanzitutto”.

È pensando a queste famiglie e ai loro bambini, ai loro diritti, che vanno tutelati per primi da noi sindaci – ha concluso Cammarata – che trova maggiore ragione l’impegno amministrativo e politico: sulle grandi questioni, certo, ma anche sulle vicende quotidiane di ciascuno dei cittadini di Palermo”.

Protagonista della pièce è un collettivo di giovani che, fino due anni fa, dormivano sotto i portici di una baraccopoli, in fuga dalle loro famiglie: non andavano a scuola, sniffavano la colla per sopportare la fame e vivevano riciclando rifiuti nelle discariche di Nairobi, dove Pinocchio nero ha debuttato pochi giorni fa.
Oggi, proprio come il burattino di Collodi, possono raccontare la loro metamorfosi: da “scarti” della società a persone con un nome e un’identità. Un “coro” di corpi narranti, attori protagonisti pronti a diventare un tutt’uno o a distinguersi in più personaggi. Un gruppo di “pinocchi guerriglieri”, allenati a stare in strada, a catturare l’attenzione come i saltimbanchi di un tempo, con poche cose e molta anima.

Pinocchio nero è il risultato di un innovativo percorso di riabilitazione, avviato a Nairobi dalla fondazione africana per la medicina e la ricerca a partire dal 2002 e affidato all’impegno volontario di Marco Baliani, con la collaborazione artistica di Elisa Cuppini, Maria Maglietta, Letizia Quintavalla, Morello Rinaldi e Riccardo Sivelli.

Così, per i venti giovani coinvolti, il teatro si è fatto casa, scuola e originale strumento di formazione e socializzazione, oltre che occasione di crescita e riscatto. Durante i due anni di lavoro e di stage, ognuno di loro ha ripreso a frequentare la scuola e ha potuto avviare un percorso di ricongiungimento familiare. Le capacità artistiche maturate dai ragazzi di Nairobi, inoltre, serviranno a formare, con il sostegno dell’AMREF, un gruppo teatrale locale pronto a formare nuovi attori protagonisti.