ARTISTI PER ALCAMO
Venerdì 03 Dicembre 2004
“VITA MIA”
DI EMMA DANTE
EX CHIESA DEL
SS. SALVATORE
via Rossotti 26
Alcamo (TP)
Dopo il successo
ottenuto al Romaeuropa Festival 2004, “Vita mia”
di Emma Dante “sbarca” in Sicilia. Lo fa in
occasione del festival “Artisti per Alcamo”,
organizzato dall’associazione per l’arte (AxA) e
in corso ad Alcamo dallo scorso 21 novembre.
“Vita mia”,
presentato dalla Compagnia Sud Costa Occidentale
andrà in scena venerdì 3 dicembre, alle 20,30
(in replica alle 22,15), presso la ex chiesa del
Santissimo Salvatore, in via Rossotti 26 ad
Alcamo. Interpreti, Ersilia Lombardo, Enzo Di
Michele, Giacomo Guarneri e Alessio Piazza.
L’ingresso è 5
euro.
Prevendite (un
euro di diritti di prevendita) presso Agricantus,
Palermo; Best Records, Alcamo; Libreria del
Corso, Trapani.
“Vita mia” è la
storia di una madre che guarda con occhi dolci e
tristi i tre figli che ha di fronte e insegna
loro che la vita è la cosa più preziosa, ma è
qualcosa che fugge, passa.
Lo stile della
giovane regista, che conferma ogni volta di più
un progetto teatrale molto chiaro ed una
personalità artistica decisamente marcata, e il
mondo di Emma Dante, ruota intorno a Palermo e
alla Sicilia, intesa come terra, come luogo
della carne e del sangue, in una dimensione
ancestrale della tradizione e della famiglia,
ventre sacro da cui tutto proviene ma che tutto
si riprende, inesorabilmente, con violenza. I
toni in cui si consumano queste vicende di
sangue, richiamano la ieraticità della tragedia
antica ed il grottesco e il surreale della
teatralità medievale: il risultato è un
mostruoso miscuglio di morbido e duro, caldo e
freddo, che genera nello spettatore un'esplosiva
reazione di repulsione e fascinazione insieme.
In questa messa in scena, la vita è una corsa
attorno a un letto.
“Vita mia” è il
tentativo folle e disperato di ritardare fino
allo stremo delle forze quest'ultimo giro prima
della morte. Chi è il prescelto? A chi tocca? Al
più grande o al più piccolo? Al più buono o al
più cattivo? E soprattutto perché toccherà a chi
ancora non è pronto, a chi ancora non si è
fermato, a chi ancora mai come ora mantiene
fermi gli impulsi della vita, le idee, le
scoperte, le domande, i progetti, le piccole
cariche d’energia? Tutto è immobile: i gesti, i
ricordi, le parole di conforto, i rimorsi,
quell’ultimo ritmo di pulsazione del cuore che
si ripete all’infinito. “Vita mia” è una veglia
funebre, ma senza il morto. Al centro della
scena, un letto funebre vuoto, sembra infatti
aspettare un ospite. Così la madre si rivolge
agli spettatori, ammessi a sedere in semicerchio
sul palcoscenico, a vegliare intorno al letto di
morte (soltanto settantacinque sono i posti a
disposizione per lo spettacolo), come un coro
della antica tragedia, pur se silenzioso ed
estraneo. Si lamenta di questi benedetti ragazzi
scansafatiche, che proprio non l'aiutano. “Ma -
aggiunge con un brivido sinistro - tutti e tre
sono la vita mia”.
Emma Dante,
palermitana, trentaseienne, nel ’99 fonda la
Compagnia Sud Costa Occidentale e nel 2000 vince
con “Insulti” il concorso Shownoprofit. Lo
spettacolo “mPalermu”, del 2001, le vale il
“Premio Scenario” e il “Premio Ubu” 2002 per la
migliore novità drammaturgia. È ancora, “Premio
Ubu” nel 2003 con “Carnezzeria” e infine “Premio
Gassman”, nel 2004, come miglior regista. Molti
suoi lavori provano a recuperare un rapporto,
anche personale, con Palermo, mentre in seguito,
in particolare con Medea e con Vita mia, il
tentativo è quello di allargare il bacino
offerto dalle esperienze artistiche e dal
confronto.
Chiesa del SS. Salvatore
(Chiesa
sconsacrata)
La costruzione
originaria di questa chiesa annessa al monastero
"badia grande" esisteva già dal 1300. Fu
ricostruita a metà del 1500 e modificata nella
struttura attuale tra il 1690 e il 1697. Di
notevole interesse sono il prospetto, con i
portali delle due finestre, ed il campanile di
forma quadrata, con quattro archi a tutto sesto
in conci di pietra squadrata.
L'interno è a
navata unica con cinque altari. I due angeli e
le otto statue allegoriche poste alle pareti
(Religione, Fede, Pazienza, Rinunzia, Vigilanza,
Carità, Speranza) realizzate nel 1758,
appartengono allo scultore Bartolomeo
Sanseverino, discepolo del Serpotta. I mirabili
affreschi della volta, effettuati nel 1759,
appartengono a Carlo Brunetti, così come la tela
posta all'altare maggiore.
In questa chiesa è
possibile inoltre vedere "L'estasi di S. Teresa"
e "L'Assunzione della Vergine", tele attribuite
alla scuola del Pietro Novelli; una
cinquecentesca statua di Antonio Gagini
raffigurante San Benedetto da Norcia del 1545 ed
una custodia di marmo di Antonio Gagini e
Baldassare Massa. (1557-58).
tela del
Brunetti sull'altare maggiore (foto di Lydia
Adamo)
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