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La
recensione
di
Valeria Lo Verde Morante
29/12/2003 |
Finalmente! Quando nel lettore cd capita un disco
del genere si tira davvero un respiro di sollievo. “Muscoli e dei”, album
d’esordio dei Marta sui tubi, è una sorpresa piacevolissima. Undici tracce per
un totale di trentadue minuti in cui una chitarra, due voci e poco altro
chiariscono la differenza fra delle buone idee tradotte in musica e la tanta,
troppa musica in circolazione in cui mille dettagli curati minuziosamente si
aggiungono a un niente di fondo. I Marta sui tubi sono Giovanni Gulino e Carmelo
Pipitone, due ragazzi siciliani che dalla loro Marsala si sono trasferiti a
Bologna dove hanno continuato insieme ciò che avevano iniziato separatamente. Il
risultato è una miscela di tanti generi, un rock che vira verso il punk per
l’irruenza, che affonda nel pop per certe melodie, sempre comunque condite con
un carattere personale. I pochi strumenti a disposizione esaltano la grande
capacità tecnica dei due. Il cantato spesso si impenna fino a diventare un urlo
feroce, costantemente sostenuto dai guizzi creativi della chitarra affiancata
qua e là da una batteria e dal suono di piatti di plastica, lampadine o
centesimi di euro. Certamente prezioso in questo senso il contributo di Fabio
Magistrali, (Afterhours, Bugo) che ha curato magnificamente la produzione degli
undici brani fra cui, fatto raro per un esordio, non c’è un solo episodio
debole. Una nota di merito anche per i testi, rabbiosi o intimisti, ironici o
poetici, tutti eccellenti ed efficaci. L’andamento del disco colpisce per le
invenzioni ed i cambi di registro, anche all’interno di ogni singolo brano,
mezz’ora in cui la fantasia incontra la creatività artistica, in un album che
aggiorna il significato del termine acustico. C’è del rock, del pop, del punk e
del blues. C’è l’irruente ironia di “Stitichezza cronica”, l’impetuosa intensità
di “Post”, la vena intimista di “Vecchi difetti”. In realtà i Marta sui tubi non
operano nessuna rivoluzione evidente, gli ingredienti sono gli stessi di tanti
altri gruppi, ma il tipo di “cottura” e le dosi fanno la differenza, e si
riconoscono e si gustano meglio ascolto dopo ascolto.
Valeria Lo Verde Morante |