Data evento: 12-12-2017
Le Grand Jeu al Cinema de Seta di Palermo per la rassegna Cinemardi #5, organizzata dall'Institut Français del capoluogo siciliano, il film del 12 dicembre è a ingresso libero e in versione originale con sottotitoli
Warning: getimagesize() [
function.getimagesize]: SSL: An existing connection was forcibly closed by the remote host.
in
D:\inetpub\webs\spaghettitalianicom\Musica\Evento.php on line
902
Warning: getimagesize(http://win.spaghettitaliani.com/public/vetr/-Cinemardi--5--prese024083_v.jpg) [
function.getimagesize]: failed to open stream: HTTP request failed! in
D:\inetpub\webs\spaghettitalianicom\Musica\Evento.php on line
902
Un'opera prima promettente, scoperta a Locarno, che naviga tra i misteri della disinformazione nelle stanze riservate dello Stato e il ritratto di un giovane quarantenne di fronte alla necessità di andare oltre le illusioni rivoluzionarie, ormai svanite, della sua gioventù.
Così si potrebbe riassumere Le Grand Jeu, film di di Nicolas Pariser del 2015 con Melvil Poupaud, André Dussollier, Clémence Poésy, Sophie Cattani. La pellicola è prevista dalla rassegna Cinemardi #5 al Cinema de Seta di Palermo, dove l'Institut Français ne organizza la proiezione in versione originale francese con sottotitoli in italiano martedì 12 dicembre, a ingresso libero.
La storia è più o meno questa: Pierre Blum, uno scrittore di quarant'anni, che ha avuto il suo momento di gloria all'inizio degli anni 2000, incontra, una sera sulla terrazza di un casinò, un uomo misterioso, Joseph
Paskin. Influente nel mondo politico, carismatico, manipolatore, affida a Pierre uno strano incarico che lo farà ripiombare in un passato che avrebbe preferito dimenticare e che metterà la sua vita in pericolo. Nel mezzo di tutto ciò, Pierre si innamora di Laura, una giovane militante di estrema sinistra ; ma in un mondo in cui tutto sembra avere un doppio fine, di chi ci si può fidare?
Utilizzando il genere del thriller di spionaggio politico poco utilizzato dal cinema francese, Nicolas Pariser, chiaramente ispirato dal caso Tarnac (che dominava la cronaca nel 2008) crea un mix aritmico di peripezie romanzesche (riferimento a Stevenson) e di atmosfere più tranquille, alternando sequenze silenziose e calme, dialoghi lunghi e molto densi e scene d'azione pure. Traendo il meglio dai suoi due eccellenti protagonisti, il film rivela un cineasta dotato di un affinato senso del controtempo e dà un certo spessore "intellettuale" al suo intrigo senza tuttavia cercare di chiarirlo.