Data evento: 12-11-2017
Per le domeniche al cinema, i Matinée in sala Rouge et Noir di Palermo organizzati dall'Institut Français del capoluogo siciliano, il capolavoro di Jean Pierre Melville "Le Doulos" (lo spione), il 12 novembre
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I Matinée della domenica, organizzati dall'Institut Français di Palermo, rendono omaggio a Jean-Pierre Melville il 12 novembre alle ore 11 nel Cinema Rouge et Noir (situato a Piazza Verdi, 8). Il titolo in questo appuntamento domenicale è Le Doulos "Lo Spione" di Melville (Francia / 1962 / 108') con Jean-Paul Belmondo, Serge Reggiani, Jean Desailly, Fabienne Dali, Michel Piccoli. Il film sarà proiettato in versione originale francese con sottotitoli in italiano, al costo di Euro 4 intero / Euro 3 per under 30 e tesserati Institut français.
La storia è questa: Uscito di galera, un rapinatore decide di regolare i conti con chi lo ha tradito. Quando si convince che lo "spione" sia il collega Silien, l'equivoco diventerà fatale per entrambi. Melville si conferma un maestro nell'unire le atmosfere del cinema nero americano con un disincanto tipicamente europeo. Le Doulos, realizzato nel 1962, è il primo di una lunga serie di film di gangster, realizzati da
Jean-Pierre Melville, e già mostra lo stile e la preoccupazione di eroi tragici maschili che caratterizzeranno i successivi classici come Le deuxième souffle (1966) Le Samouraï (1967) e Le Cercle Rouge (1970) - come pure una padronanza tecnica e verve narrativa che la maggior parte dei registi possono solo sognare. Tratto dal romanzo di Pierre Lesou, Melville accetta di girare Le Doulos per togliere dagli impicci il produttore Georges De Beauregard, che rischia il fallimento. Il film è una coproduzione franco-italiana, partecipa anche Carlo Ponti. Cast di prim'ordine: Jean-Paul Belmondo, Serge Reggiani, Michel Piccoli, Jean Desailly. Con i suoi fuorilegge, informatori, le indagini della polizia, i traditori, le trappole, gli alibi, il film è un omaggio al cinema americano d'anteguerra. Il noir statunitense infatti, e un certo gusto per la sua iconografia, emerge e si accorda perfettamente con l'ambientazione e il tono del film. Jean-Pierre Melville ha digerito e fatto suoi alcuni accorgimenti stilistici: la sua scuola è quella della sala cinematografica, dove ha avuto modo di seguire e amare i film di gangster, gli amori fatali e i revolver, le ombre e i riflessi sulle metropoli cittadine. Egli ha compreso che una camminata, un accorgimento nell'abbigliamento, un taglio dell'inquadratura sono sufficienti per tratteggiare e definire un personaggio. Film tecnicamente inarrivabile (il piano sequenza d'apertura, i movimenti di macchina nelle scene d'azione, la fotografia immensa), sorretto da una sceneggiatura costruita con un diabolico meccanismo di scatole cinesi (dove nulla è quello che sembra, e in cui i flashback si susseguono uno dietro l'altro destabilizzando di continuo lo spettatore), è insieme un accattivante dramma gangsteristico e una cupa meditazione sulla natura volubile della verità.
Ufficio stampa