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Luigi Farina
Spaghettaro
luigi
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Data evento: dal 23-05-2017 al 24-05-2017
23 E 24 MAGGIO PALERMO RICORDA PALERMO - PALAZZO DELLE AQUILE
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"PALERMO RICORDA PALERMO è un atto dovuto alla memoria dei 25 anni dallle stragi di mafia" - dice il Presidente del Consiglio Totò Orlando - "un momento di grande riflessione attraverso il teatro e il cinema, le due arti che meglio e spesso hanno saputo riprodurre le terribili emozioni di quei momenti. Una maniera per ricordare quanto profondo è il dolore dentro la città, traviata dalle stragi di mafia, e che per questo non può non evidenziare quanta e quale sofferenza ha significato per la cittadinanza, così come per il mondo intero. Il 23 maggio e poi il 19 luglio segnano, a 25 anni di distanza, un percorso di grande cambiamento e rivoluzione e quest'anno la Presidenza del Consiglio ha voluto che fosse proprio il Palazzo di Città ad essere il palcoscenico della memoria".
La Presidenza, in collaborazione con L'Associazione Culturale Kleis, all'interno della seconda edizione della FESTA DI PRIMAVERA A PALAZZO DELLE AQUILE dedica due giorni per ricordare. PALERMO RICORDA PALERMO racconta di come questa città sia riuscita a raccontarsi nel tempo, raccogliendo i frammenti, esplosi per mano della mafi, e custoditi poi da una forte presa di coscienza della città intera. Due giuorni, il 23 maggio con la proiezione del docufilm Il Secondo Tempo di Pierfrancesco Li Donni e lo spettacolo Carion, omaggio a Falcone di e con Salvo Piparo, musiche eseguite da Costanza Licata e Irene Maria Salerno. Il 24 maggio alle ore 20.30 lo spettacolo di e con Vincenzo Pirrotta La Ballata delle Balate, musiche di Giovanni Parrinello eseguite da Dario Sulis.
CALENDARIO
25 anni dalle stragi
• 23 MAGGIO
sala delle Lapidi
ore 20,30
Docufilm
Il secondo tempo di Pierfrancesco Li Donni
Ore 21,30
Carion, omaggio a Falcone di Salvo PIparo
Con Costanza Licata e Irene Maria Salerno
• 24 MAGGIO
atrio Palazzo delle Aquile
La Ballata delle Balate di e con Vincenzo Pirrotta
Musiche di Giovanni Parrinello eseguite da Dario Sulis
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Info sms o whatsapp 3288663774
23 MAGGIO
COMMEMORAZIONE
25 anni dalle stragi
ORE 20,30
PROIEZIONE
IL SECONDO TEMPO DI PIERFRANCESCO LI DONNI
"Il secondo tempo è cosa si fa quando la repressione ha funzionato... ma l'entusiasmo specie dei giovani delle manifestazioni seguite all'attentato, lo vedo diminuire. Dopo quei due attentati a Palermo è cambiato parecchio, io credo che non si tornerà indietro, anche nel secondo tempo." Si apre con queste parole un film-documento che vuole raccontare cosa è cambiato nella lotta alla mafia, nelle coscienze dei cittadini di Palermo dopo le stragi di Falcone e Borsellino. Il regista Pierfrancesco Li Donni scruta con l'occhio nervoso della sua cinepresa una Palermo immobile nei suoi riti di sempre, ma piena di rimpianti, sovrapponendo le immagini delle stragi del '92 e delle rivolte di piazza che provocarono (le lenzuolate, la marcia dei centomila, le catene umane attorno alle case dei magistrati), alle immagini della città di oggi sempre più disillusa e disperata.
A Palermo la notte può essere anche una metafora a vent'anni dalle stragi di Mafia. La Palermo del Secondo Tempo è una città che avrebbe potuto essere e non è stata, ma anche una città dove bisogna capire cosa si fa quando finisce un'emergenza democratica e ricomincia la quotidianità.
Franco e Michele foto-reporter, sono persone che non possono cancellare per mestiere.
Salvo Cuntista racconta storie di ricchi e poveri, di padroni e sottomessi, storie antiche ma ancora attuali, é uno spaccato onirico della contemporaneità e mette sulla scena l'amerezza dei giorni presenti.
Marta nell'estate del 1992 fu una delle animatrice del movimento dei Lenzuoli, da comune cittadina appese un lenzuolo con scritto Palermo chiede giustizia, il suo gesto fu seguito dalla città intera e fu l'inizio della rivolta contro la Mafia. I giovani di oggi, quelli che vivono ai margini, vagano per la città annoiati, non hanno regole, il loro obiettivo è quello di divertirsi, anche a scapito della collettività.
Maurizio, Fabio, Giuseppe, Peppe, Nino, sono cittadini comuni che raccontano il loro flashbulb memory di quell'estate fatta di sangue e rivolte.
Ad accompagnare il film le immagini d'archivio di uno di loro, Fabio, che da filmaker amatoriale, riprende le manifestazioni spontanee dei cittadini palermitani. Immagini inedite che danno il senso della rabbia e del dolore di una città ferita che prova a riscattarsi dal potere mafioso.
Il film racconta i 57 giorni che intercorrono tra la morte di Giovanni Falcone e quella di Paolo Borsellino nella Palermo di oggi, in un ibrido tra docufiction, interviste, finzione e immagini d'archivio.
ORE 21,00
CARION
OMAGGIO A FALCONE
di e con Salvo Piparo
e con Costanza Licata, violino e voce Irene Maria Salerno, pianoforte
«Tutto comincia con un incantesimo di Morfeo ai danni dell'uomo, da cui scaturisce un percorso mentale e onirico cucito sul tentativo di svegliarsi. L'Invocazione a Sant' Onofrio "pilusu" porterà al ritrovamento di un vecchio carillon degli anni 80, piccolo meccanismo dal suono magico capace di aprire il lucernario dei ricordi e di scuotere le storie sotterrate di Palermo». (Salvo Piparo)
"Carion" è quel meccanismo dentro ogni racconto, un vortice di musica, silenzi, fiati e sentimento di parola, la lingua di Palermo è la sua giostra, colui che muove il braccio di questa scatola-narrativa è un girovago, un uomo indurito dal tempo, che ha per mantello una buccia dura che si apre al suono dei ricordi. Lo spettacolo è una ballata, un "cunto" concentrato su divertenti musioni e parole in disuso di una saggezza antica.Una maniera per ritornare alle origini, divertendo e scuotendo coscienze e sentimenti popolari. L'attore-cuntastorie Salvo Piparo dalle pitruliate di Seralcadio (il quartiere del Capo) arriverà fino al 1992, in omaggio a Falcone, mettendo in scena la terribile strage di Capaci, accompagnato dalla voce e dal violino di Costanza Licata e dal pianoforte di Irene Maria Salerno. Lo spettacolo avverrà al buio, per dare alle persone un ampio immaginario, dove sognare e ritrovare il gusto di ascoltare senza guardare, di essere loro i personaggi narrati. Un'esperienza unica, dove il buio è l'elemento scenografico, l'udito è l'espressione del racconto e la musica è il tappeto volante sul quale abbandonarsi alla fantasia. Gli attori, in mezzo alla gente, a caso, faranno sentire i racconti attraverso l'olfatto e l'udito, lasciando questa volta ad occhi chiusi tutti i partecipanti.
24 MAGGIO 20.30
LA BALLATA DELLE BALATE
di e con Vincenzo Pirrotta
musiche di Giovanni Parrinello
eseguite da Dario Sulis
Vincenzo Pirrotta nei panni di autore, regista e interprete, si nasconde in uno spazio vuoto adatto a professare la sua realtà alternativa. L'attore con le sue parole e le sue azioni incarna il racconto di un mafioso che nel suo covo recita un rosario in cui i misteri dolorosi sono sia quelli della passione di Cristo, sia quelli gioiosi, i misteri di Stato, quelli delle vittime di Cosa nostra. Lo spettacolo, nella forma del monologo, con incursioni ritmiche ad opera di un percussionista in scena, ricrea un contesto in equilibrio fra morte e spirito religioso, fra povertà e ricchezza. Sulla scena fanno la loro comparsa bibbie, altarini e immagini sacre, insieme ai famosi «pizzini», agli ordini da impartire e ai resoconti del malaffare. Oggetti e temi che ormai fanno parte dell' immaginario del pubblico siciliano e non solo, e che in questo spettacolo rafforzano la storia con una distaccata e puntuale presenza. E si fanno veicolo di ordini di morte e di prediche d' amore. «In questo spettacolo si intrecciano misticismo e violenza. C'è un vivo e tangibile contrasto tra la parola di Dio che il latitante professa e la brutale parola della mafia che, invece, mette in pratica. Ma parlare di un latitante e della mafia si libera in questo caso dagli stereotipi per diventare una ballata, appunto, che dà spazio anche alla poesia, alla ricerca della musicalità. Le contraddizioni si incontrano nella figura di questo mafioso che conta i morti ammazzati, minaccia le forze dell' ordine e si perde nei ricordi di quando era un bambino. Come se riflettesse ad alta voce, come se nel delirio della sua vita insoluta e criminale ritrovasse messaggi da tramandare. L'opera si avvale di una modalità di racconto che ritrova l' eco della tradizione dei cuntisti siciliani e che allo stesso tempo, però, si nutre di sperimentazioni teatrali e artistiche contemporanee. Ed è proprio la forza della parola a conferire allo spettacolo una grande intensità che a volte diventa brutale e crudele, e altre si eleva nell'effimero del teatro.