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luglio 2005

Intervista a Dario Cecchini dei Funk Off

www.funkoff.it

 


 

INTERVISTA A DARIO CECCHINI

dei FUNK OFF

di Luigi Farina

 

I Funk Off hanno da poco compiuto 7 anni di vita, e per rendere omaggio a quella che è in assoluto la più originale marchin' band in circolazione, che ha portato in giro per il mondo la sua musica abbinata al movimento, trionfando in posti come Umbria Jazz, ho contattato Dario Cecchini, colui che ne è il leader, firmando fra l'altro tutte le musiche del gruppo, che si è messo a disposizione con molta simpatia, rispondendo alle mie domande.

biografia

 


Cominciamo parlando del vostro progetto musicale: voi fate musica funky, "contaminata" da vari altri generi come R&B, jazz, blues...

Si anche con musiche un po' piu moderne tipo iPop, un po' di tutto. Ho sentito che dopo che hai detto la parola "contaminata" hai cercato di riprenderti, invece a me fa molto piacere, perchè io cerco sempre la contaminazione, non mi interessa fare una musica che sia pura o classificabile, anzi al contrario mi interessa mescolare i vari stili, i vari modi di fare, le varie strutture, le varie situazioni armoniche e mescolarle a piacimento, senza preclusione di stile.

A ciò unite il fatto di essere una "marchin' band", che vi permette di suonare nei posti più disparati, dalle piazze e lungo le vie fino ai teatri, come avete fatto di recente ad Umbria Jazz. Da dove nasce questo vostro progetto?

Negli anni '90 ho diretto una big band, nella quale ho cominciato a mescolare musica funky con musica jazz, e vari altri stili, fra l'altro in questa band c'erano molti ragazzi che adesso sono nei Funk Off, tipo la sezione ritmica, diversi fiati, e una volta facendo una prova mi venne l'idea e mi dissi: "Perchè non provo a creare questo tipo di sound così ibrido tra il funky e il jazz, tra la musica latina e ritmi più moderni, con una marchin' band?". E quindi a quel punto cominciai a pensare agli elementi da inserire, e mi venne in mente che avrei potuto farla, visto che il gruppo avrebbe dovuto provare con continuità visto che doveva fare tutto a memoria, con i ragazzi del mio paese, con i miei amici, anche se sono un po' più giovani di me quasi tutti, e nello stesso tempo avrei potuto fare una cosa che mi premeva, e che è ancora uno dei fulcri della musica dei Funk Off, quello di unire il movimento alla musica. Quindi questa idea l'ho avuta mentre dirigevo, ma probabilmente era già dentro di me, era solo da scoprire, perchè mi permetteva di unire varie cose che al momento mi sembravano che mancassero.

Da qui avete girato tutto il mondo riscuotendo molto successo, dall'Australia, all'America, ...

Siamo stati in Australia, in America, i Portogallo, in Grecia, in Francia, in Austria, si abbiamo girato e stiamo girando, anche questa estate torneremo in Portogallo, in Francia, andremo in Spagna per la prima volta. Si è una cosa che colpisce molto, anche se ci sono tante marchin' band, magari non fanno la musica che facciamo noi, essendo oltre tutto una musica originale, ma comunque è molto originale come viene inserito il movimento all'interno del nostro progetto.

Le musiche che eseguite sono tutte composte da te, oltretutto siete appena usciti con un nuovo CD, Little Beat, composto per intero da te. Fra tutti i generi che inserisci, come abbiamo detto prima, nella musica dei Funk Off, quale senti più vicina a te, e quindi ti ispira di più? E quali autori ti hanno ispirato maggiormente?

Come autore non saprei dire. Io ascolto veramente un po' di tutto, dalla musica elettronica, al jazz tradizionale, al funky, alla musica di Prince, fino alla musica classica, veramente ascolto di tutto. Però la matrice dalla quale provengo è senz'altrop una matrice jazz. Ho iniziato, venendo da una famiglia di appassionati di jazz e di batteristi dilettanti, suonando la batteria, poi da li son passato al sassofono, son cresciuto ascoltando dischi di Jerry Mulligan, di Dexter Gordon, di Sonny Rollins, questo tipo di musica, quindi la mia matrice principale è quella jazz. Certo poi hanno influito molto gli anni '70, con tutto quello che hanno portato gli Earth Wind and Fire, e i gruppi di quel periodo li, quelli del funky bianco e nero.

Da poco avete festeggiato il settimo compleanno dei Funk Off, cosa sono stati questi sette anni e che evoluzione c'è stata nel vostro gruppo?

La cosa di cui son più contento, artisticamente, è che il progetto è cresciuto in maniera omogenea, sia per quanto riguarda la musica, che per il movimento. Son molto cresciuti in sette anni. Musicalmente mi piace il fatto che sto cercando sempre di scrivere roba nuova, che si può sentire già confrontando l'ultimo CD con il precedente, si sente che il suono del gruppo si è ampliato, ed ha aperto nuovi orizzonti. Umanamente mi fa piacere aver creato un gruppo di persone che se già erano amiche, oggi son veramente un monolite. Aver fatto della musica con un gioco di squadra, visto che io l'ho sempre vista la musica come un gioco di squadra, e i Funk Off sono l'espressione elevata all'ennesima potenza della musica vista come gioco di squadra.

Facendo un salto, come è nostra abitudine, nell'eno-gastronomia, tu hai parlato dei Funk Off come di un gruppo di amici. Quando vi trovate a tavola sarà sicuramente sempre un banchetto, una festa...

Ti dico solo questo, una volta abbiamo fatto una cena in un posto ed abbiamo speso 525 Euro di mangiare e 538 Euro di bere, questo te la dice lunga su quanto ci possa piacere il vino, o su quanto questo ristoratore ci abbia fatto pagare le bottiglie... Quando mangiamo, siamo veramente onniveri, mangiamo di tutto, c'è qualcuno che mangia più carne, qualcuno che cura di più la dieta. Io personalmente sono attratto da tutti i cibi che non conosco, però mi piace di tutto, ieri ho mangiato pesce, mi piace un sacco la carne di maiale, mi piacciono le verdure, tutte ad eccezione del cetriolo, i vini mi piaccion tutti, bianchi, rossi, da buon toscano son più abituato a bere il rosso, però mi piaccion tutti.

Quindi voi siete toscani...

Si, di Vicchio del Mugello, paese fra l'altro di Giotto e Beato Angelico.

Ora famoso anche perchè ci sono i Funk Off...

Non mescoliamo il sacro col profano, non mescoliamoci con Giotto e Beato Angelico, si sta parlando di vette dell'arte e della cultura, noi si fa quello che si può.

Da toscani, quindi, legati sicuramente alle vostre tradizioni eno-gastronomiche, quando andate in giro che rapporto avete con le cucine dei posti che visitate?

Qui si va molto sul personale, quindi non ti posso parlare a nome del gruppo. Io personalmente quando sono in giro mi butto molto, sopratutto all'inizio, nei gusti locali, spesso però dopo un po' mi mancano un po' le cose che mi piacciono, non mi manca mai la pasta però, riesco a sopperire alla mancanza di pasta, anche se ne vado ghiotto, non sono uno che vuole la pasta per forza. A molti dei Funk Off questo fatto che a volta non ci sia la pasta manca parecchio. A New York riesco sempre a mangiare roba che mi piace, a Melburne un pochino meno. Anche se ultimamente la cultura gastronomica si è abbastanza globalizzata e dappertutto trovi ilo mangiare cinese, il mangiare giapponese, il mangiare greco, il mangiare italiano, se vai a cercare mangi comunque, è ovvio che andando in giro per il mondo anche il mangiare italiano ha un po' spostato il baricentro sui gusti locali, un po' come fanno i cinesi. Però io ripeto mi difendo da tutte le parti.

E fra le cucine italiane quale ti piace di più?

No, questa è una domanda a cui non so veramente rispondere, è come se mi chiedessi chi preferisco fra John Coltrane e Sonny Rollins, o Dexter Gordon, la cucina italiana in qualunque parte dell'Italia ti offre della roba pazzesca. Io sono innamorato della nostra cucina, in ogni regione trovo dei piatti che mi stendono proprio e non riesco assolutamente a fare una graduatoria.

Per tornare verso la musica, che accostamento daresti a due arti apparentemente lontane come la cucina e la musica, che hanno però come ingrediente comune la creatività?

In comune hanno il fatto che possono spaziare senza aver paura, anche se sempre nel rispetto della tradizione, che influenza entrambe fortemente. Bisogna studiare e conoscere quindi la tradizione per poi avventurarsi a fare cose nuove, è inutile buttarsi a fare cose nuove se non si conosce la tradizione. Questo credo accomuni molto le due cose. Poi è ovvio che c'è chi è più creativo, chi mescola di più. Poi si va molto nel campo dei gusti come nella musica. Per cui sono tante le similitudini. E per finire a volte è bello fare delle scorpacciate sia di musica che di mangiare.

Per finire parlaci un po' dei vostri progetti futuri.

Come novità ci sarà un nuovo disco, che speriamo di registrare l'anno prossimo, di cui la musica è quasi scritta tutta, più o meno. Già stiamo suonando i brani, ovviamente i brani più vengono suonati, più maturano e suonano bene. Li provi fuori con i movimenti, gli dai la vita che le note devono avere, e quindi i brani più o meno ci sono, alcuni li stiamo già facendo fuori, altri li stiamo provando, purtroppo per il disco, ma per fortuna per noi questa estate suoneremo tanto, per cui non avremo modo di provare e staremo fino a settembre senza fare prove, perchè saremo sempre a suonare, poi manca un po' di gruppo, chi va via,... Però il progetto per l'anno prossimo è un nuovo disco.

 

Ringrazio Dario Cecchini per la disponibilità con cui ha accettato di rispondere alle mie domande e lo saluto con un grosso in bocca al lupo per un futuro sempre in marcia.

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segnalato da Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia