|
Nel paese dove il
caffè rappresenta uno status-simbol oltre che un
bene tradizionale diffusissimo, anche il tè
comincia ad interessare il consumatore. La chiave
del successo risiede nei caratteri di salutismo e
benessere che riesce a trasmettere. Una bevanda
dunque, non solo per ammalati, ma per gente che
ricerca il benessere nelle piccole azioni
quotidiane. Per la verità, non tutto il tè mostra
dei sostanziali aumenti del proprio consumo, bensì
alcune categorie, quali il tè verde. |
I consumi
Circa la metà delle famiglie italiane consuma
tè, anche se ne beve una quantità molto limitata
(circa 139 filtri all’anno). Non ci lasciamo
influenzare facilmente dalla cultura
anglosassone, questo è certo, visto anche che
preferiamo di gran lunga il tè in filtri
piuttosto che sfuso. Rispettando poi uno stile
lavorativo differente (soprattutto in termini di
orari), sono anche minori le occasioni di
consumo. Vi è mai capitato di vedere un
bollitore in un qualsiasi ufficio italiano?
Entrate in uno inglese…
La differenza tra tè nero e tè verde
Per tè nero intendiamo quello classico, che
tutti conosciamo. Questo prodotto, subisce un
processo di fermentazione, cosa che non avviene
per il tè verde. Quest’ultimo, in questa maniera
conserva le sue caratteristiche positive tra cui
la presenza dei flavonoidi capaci di difendere
l’organismo dall’attacco dei radicali liberi
dell’ossigeno. Sono però anche altre le
caratteristiche distintive delle due tipologie
di tè, come l’origine della materia prima, le
condizioni di coltivazioni e anche la
preparazione casalinga.
La Camelia Sinensis
Verde o nero che sia, è questa la pianta la
fonte di tè. Si tratta di un arbusto tropicale e
subtropicale, capace di raggiungere i 20 metri
di altezza e capace altresì, di produrre per più
di un secolo. Sono le foglie ad essere raccolte,
di particolare pregio risultano le prime tre
(per le quali è necessaria una raccolta
manuale). La qualità del prodotto finito dipende
infatti dalla integrità della foglie raccolte,
così come dal periodo stesso della raccolta,
eccelso in primavera. Dopo la raccolta, le
foglie vanno arrotolate, essiccate ed
eventualmente fermentate.
Alcune (buone) notizie
Buone notizie dal mondo della grande
distribuzione e dal variegato mondo dei negozi
specializzati. Sono infatti le referenze
biologiche e quelle provenienti dal circuito
dell’”equo e solidale” quelle più dinamiche.
Ottimi risultati ottengono, nel corso degli
ultimi anni, anche i “cugini” del tè, ossia
infusi e camomille. Nella prima categoria
annoveriamo sempre più varietà, provenienti da
tutto il mondo, come per esempio la Echinacea
(fiori delle conifere statunitensi). Per quanto
riguarda le camomille, un consiglio: le “bevande
al gusto di” (come speso si vedono sugli
scaffali) sono frutto della lavorazione di
materiale di scarto.
Se avete delle
domande, dubbi o volete approfondire qualche
argomento usate il
Forum Tecnologia Alimentare o scrivete alla nostra redazione (redazione@spaghettitaliani.com),
riceverete una pronta risposta. |