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15 Marzo 2003


Benedetto tè - Una bevanda “carica” di benessere

Nel paese dove il caffè rappresenta uno status-simbol oltre che un bene tradizionale diffusissimo, anche il tè comincia ad interessare il consumatore. La chiave del successo risiede nei caratteri di salutismo e benessere che riesce a trasmettere. Una bevanda dunque, non solo per ammalati, ma per gente che ricerca il benessere nelle piccole azioni quotidiane. Per la verità, non tutto il tè mostra dei sostanziali aumenti del proprio consumo, bensì alcune categorie, quali il tè verde.

I consumi

Circa la metà delle famiglie italiane consuma tè, anche se ne beve una quantità molto limitata (circa 139 filtri all’anno). Non ci lasciamo influenzare facilmente dalla cultura anglosassone, questo è certo, visto anche che preferiamo di gran lunga il tè in filtri piuttosto che sfuso. Rispettando poi uno stile lavorativo differente (soprattutto in termini di orari), sono anche minori le occasioni di consumo. Vi è mai capitato di vedere un bollitore in un qualsiasi ufficio italiano? Entrate in uno inglese…

La differenza tra tè nero e tè verde

Per tè nero intendiamo quello classico, che tutti conosciamo. Questo prodotto, subisce un processo di fermentazione, cosa che non avviene per il tè verde. Quest’ultimo, in questa maniera conserva le sue caratteristiche positive tra cui la presenza dei flavonoidi capaci di difendere l’organismo dall’attacco dei radicali liberi dell’ossigeno. Sono però anche altre le caratteristiche distintive delle due tipologie di tè, come l’origine della materia prima, le condizioni di coltivazioni e anche la preparazione casalinga.

La Camelia Sinensis

Verde o nero che sia, è questa la pianta la fonte di tè. Si tratta di un arbusto tropicale e subtropicale, capace di raggiungere i 20 metri di altezza e capace altresì, di produrre per più di un secolo. Sono le foglie ad essere raccolte, di particolare pregio risultano le prime tre (per le quali è necessaria una raccolta manuale). La qualità del prodotto finito dipende infatti dalla integrità della foglie raccolte, così come dal periodo stesso della raccolta, eccelso in primavera. Dopo la raccolta, le foglie vanno arrotolate, essiccate ed eventualmente fermentate.

Alcune (buone) notizie

Buone notizie dal mondo della grande distribuzione e dal variegato mondo dei negozi specializzati. Sono infatti le referenze biologiche e quelle provenienti dal circuito dell’”equo e solidale” quelle più dinamiche.
Ottimi risultati ottengono, nel corso degli ultimi anni, anche i “cugini” del tè, ossia infusi e camomille. Nella prima categoria annoveriamo sempre più varietà, provenienti da tutto il mondo, come per esempio la Echinacea (fiori delle conifere statunitensi). Per quanto riguarda le camomille, un consiglio: le “bevande al gusto di” (come speso si vedono sugli scaffali) sono frutto della lavorazione di materiale di scarto.
 


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