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15 Dicembre 2002


“Block-cal”, “Slim-fast”, “Calo-uomo” e centinaia di altri inglesismi forzati nascondono uno stesso equilibrio incrinato che si manifeta nell’alimentazione nella società moderna. Sono prodotti che, come tutti voi saprete per via delle massacranti campagne pubblicitarie, promettono miracolosi benefici ai fini di un calo di peso o comunque di un qualche miglioramento estetico.

Ovviamente, da mercato marginale che erano, oggi hanno attirato gli interessi di colossi farmaceutici e agroalimentare, prchè hanno “sfondato”. E badate bene, associare il concetto di agroalimentare con questa categoria di farmaci è una forzatura brutale, ma da Tecnologo

Alimentare devo ammettere che una parte rilevante degli sforzi profusi in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti vengono impiegati proprio in questo ambito.

Chiaramente, non si vuol giudicare negativamente una persona che vuole controllare il proprio peso (visto che i problemi correlati al soprappeso rappresentano la prima causa di morti anche in Italia), ma ne voglio contestare la principi di fondo che portano all’assunzione di tali sostanze.

Cominciando con una estremizzazione, chiedo se qualcuno ha mai visto un animale (esclusi quelli da compagnia) che abbia mai manifestato problemi di obesità. E’ il contatto con la Natura che stabilisce gli equilibri, anche all’interno dell’organismo. La gamma delle sostanze menzionate vanno, attraverso la loro funzione, proprio contro natura: vuoi perché bloccano l’assunzione di principi nutritivi vuoi perché tentano di stanare il senso di fame.

Dunque, mangiare prima eliminare poi, magari senza considerare cosa si è ingoiato. Questo processo logico ha dell’incredibile.

In pochi si chiedono, a livello della grande odience, perché non ristabilire l’equilibrio con un sistema agroalimentare tradizionale, grazie (e conseguenza al tempo stesso) della grande all’ignoranza in campo alimentare.

L’esempio più lampante è rappresentato da come viene utilizzato il termine “dietetico”, quando per definizione legislativa esso sta a significare semplicemente “funzionale”, e non necessariamente “magro” o “miracoloso”. D’altronde la “dieta” per i media non è altro che uno stato di sofferenza e non la speranza di un gestione ragionevole della propria alimentazione. Piuttosto che spendere soldi nel tentativo di espellere ciò che si è introdotto preferirei che i consumatori impieghino più tempo e risorse nell’acquisto di prodotti naturali, biologici, tradizionali. In quella gamma di prodotti insomma “comunicano” serenità all’organismo.

Per cui, riassumendo, consideriamo uno degli spot che hanno martellato le nostre teste per lungo tempo: “l’alimentazione mediterranea si basa sull’assunzione dei carboidrati biologici, dunque il “prodotto x” ne blocca l’assunzione”. Diabolicamente assurdo. Questo è terrorismo alimentare. Vorrei che almeno nelle nicchie dei consumatori veramente accorti, regnasse lo spot: “l’alimentazione mediterranea si basa sull’assunzione di carboidrati complessi, dunque mangiati quintali di cereali biologici e vivi una vita attiva e più naturale!”.


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