Febbraio

2004

Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia

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Introduzione alla Rubrica e indice di tutti i numeri

 

26 Febbraio 2004 - Palermo - Teatro CCP Agricantus

per la rassegna "Un comico per cena - cena e cabaret"

appuntamento con Sergio Sgrilli

 


 

INTERVISTA A SERGIO SGRILLI

di Luigi Farina

 

26 Febbraio 2004 - ore 23.50 - E' appena finito lo spettacolo di Sergio Sgrilli, dove il comico toscano D.O.C., come lui stesso si definisce, ha divertito il numeroso pubblico presente con una selezione tratta dai suoi spettacoli, sempre trattando con ironia argomenti di tutti giorni, dalla musica alla televisione, dimostrandosi anche ottimo cantante e musicista.

Vengo accolto con simpatia ed interesse ed inizio la mia intervista.

 

Durante lo spettacolo dici a chiare lettere che non hai un gran rapporto con la televisione. Tuttavia sei ormai un personaggio di Zelig, come ci sei arrivato e come ti rapporti con questo tipo di spettacolo?

La differenza fondamentale, che credo sia anche il motivo del successo di Zelig, è che oggi si arriva alla televisione senza un minimo di base, mentre Zelig è un progetto partito 17 anni fa, che all’inizio fra l’altro non aveva minimamente voglia di andare in televisione, di fare qualcosa di televisivo, è una struttura che è cresciuta, dove all’interno ci sono dei comici, che hanno fatto teatro, che hanno fatto tante piazze, che si sono fatti il culo, quindi è stato un percorso di crescita. Tante volte ci chiedono cosa ci ha cambiato il successo: poco e niente! Perché noi abbiamo lottato e lavorato per arrivare dove siamo, la televisione è stato un mezzo che è arrivato ad un certo punto della nostra carriera. Non siamo questi protagonisti che non facevano niente, non ballavano, non cantavano, chi faceva il pizzaiolo, chi il postino, e che poi con un “reality show” ad un certo punto si sono trovati “famosi”. Per noi è stato un crescere. Zelig è sicuramente un fenomeno televisivo, ma alle spalle ha 17 anni di storia in cui con la televisione non c’entrava niente, con scelte di qualità.

A proposito di scelte di qualità durante il tuo spettacolo, che fra l’altro mi è piaciuto molto, punti il dito con ironia verso la vita di tutti i giorni e all’attualità, tralasciando le battute facili, spiegaci un po’ i motivi di questa tua scelta.

Quello che mi salva, e quello che mi da credibilità sul palco, credo sia che ancora io mi sento uno del popolo, uno del pubblico, quindi sono la coscienza, se vuoi, di questo popolo italiano che sale sul palco e, invece di urlare, come fa qualcuno, le nostre sciagure, indicando violentemente questo, questo e questo, uso l’ironia, l’autoironia, però questa coscienza che porto sul palco è la situazione reale, io credo che stiamo vivendo dei momenti veramente particolari. E al di la, senza voler fare ne politica ne demagogia, anche nelle situazioni che viviamo normalmente c’è un lato ironico che è incredibile, infatti secondo me la realtà supera qualsiasi fantasia, cioè nel senso che se cerchi nella musica, tu sai che io sono un musicista, lo hai visto nello spettacolo, se io mi metto a parlare di canzoni, quello che riesce a fare qualche cantante scrivendo una canzone, e lo fanno anche senza doppio senso, supera qualsiasi fantasia, e così anche nella realtà. Io descrivo la realtà, io non sono un battutista, lo hai visto nello spettacolo di stasera, di battute vere e proprie ce ne saranno state cinque, il resto sono descrizioni di momenti che noi viviamo, come una foto in cui ti faccio vedere il particolare. Cioè, per esempio, non avresti mai pensato di ridere che a ballare si va all’una e mezza, perché è un fatto normale, eppure io te lo racconto e li tu ti rendi conto, e dici: “Si, cavolo, è vero, vai a ballare all’una e mezza” e ti fa ridere. E’ la realtà raccontata spostando il punto di vista.
 

Parlando adesso di enogastronomia: Tu hai detto di essere un toscano D.O.C. trapiantato a Milano. Come ti trovi lontano dalla cultura culinaria del tuo paese e come ti sei adattato, in questo senso, in una grande città come Milano?

Io vengo dalla Maremma toscana, terra ricca di tradizioni sia gastronomica che di vini. Tuttavia la realtà anche qui ha più lati, da un lato devo dire che mi sono trovato malissimo, a Milano si mangia malissimo, si spende tantissimo, la qualità media è veramente molto bassa, poi ci sono dei ristoranti dove si mangia bene ma sono “impagabili”. C’è da dire che Milano è una metropoli, sicuramente non come Parigi o come Londra, perché io sono stato anche la e quelle sono metropoli vere, se alle due o alle tre di notte vuoi andare a mangiare, oppure vuoi farti i capelli, trovi, vuoi fare la spesa e trovi, a Milano ancora non è così, ma di tutte le città d’Italia è la più cosmopolita, e c’è da dire che di milanesi a Milano ce n’è veramente pochi, trovi il siciliano, il pugliese, il sardo, il toscano, il campano, …, e qui noi arriviamo a portare la roba vera, io a casa mia ho l’olio fatto dalla mia mamma, ho il vino fatto dai suoceri, mangio il cinghiale che caccia mio fratello. Quando sono fuori, io soffro, perché a Milano una pizza e una birra ci vogliono 25 Euro, e la pizza è ben diversa di quella che si può mangiare, diciamo, da Napoli in giù. Quindi è una pura sofferenza.


Invece andando in giro per l’Italia, quale cucina ti ha più impressionato?

Devo dire che quella che mi ha impressionato di più credo sia la parte adriatica verso le Marche, e l’Umbria, perché è un mix vero fra tante realtà, c’è il pesce buono e crudo della Puglia, c’è il buon mangiare della Romagna, in cui arriva qualcosa dal Veneto. Ti devo dire che io sono uno di parte, perché a pelle mi verrebbe di dire la Toscana, però è anche vero che la parte del centro Italia sia tirrenica che adriatica è sicuramente sia come stile di vita che come tempi, sia come preparazione, sia come ingredienti è il mix perfetto, perché a volte nel sud trovo dei piatti un po’ pesantucci, devo dire la verità. Qui per esempio mi sembra di avere visto che si usa molto il fritto, non so in Sicilia, ma parlo del sud in genere. Sicuramente meglio il fritto che non nell’estremo nord, tipo per esempio la Valtellina, dove l’olio nemmeno sanno che cosa è, per cultura usano il burro. Il piatto tipico di Milano è la “cassola”, il piatto tipico di Sondrio è la “polenta taragna”, che sono questo insieme di formaggi e burro fuso. La darei quasi come filosofia di vita: la cosa buona e giusta sta sempre nel mezzo, in questo nostro paese meraviglioso che è l’Italia, dove basta spostarsi di pochi chilometri, che due paesi si differenziano per il dialetto, per il cibo, per il bere, per il comportarsi, per il vestirsi, ecco, io ho vissuto all’estero dove fai migliaia di chilometri e non cambia niente. Quindi ribadisco, che il nostro buon cuore sia nel mezzo, nel centro bassa Italia.

Per finire parlaci adesso dei tuoi programmi futuri. Continuerai con questo spettacolo, o cosa altro bolle in pentola?

Ci tengo a dire che questo spettacolo, come ho detto, è un’insieme di più spettacoli. Nel mio futuro, sperando sempre di avere un futuro, perché non si sa mai, artisticamente c’è tantissima roba, tanta carne al fuoco, sperando che qualcosa vada in porto, sai benissimo che uno fa 20 nella speranza che vada in porto 2. Ho uno spettacolo teatrale che sto scrivendo con Renato Sarti, che è il regista autore di “Mai morti”, spettacolo bellissimo che porta in giro Bebo Storti, sempre comico, ma si va sul teatro, c’è un testo, una struttura, una scenografia, … Poi ho la proposta di un libro, si è sparsa in giro la voce che sono l’unico che non ha fatto un libro e stanno tentando di corrompermi. Sono un musicista, scrivo canzoni per altri, per esempio la sigla finale di Zelig è un pezzo mio, ed è una canzone, anche se tutti la considerano una sigla, quindi continuo a fare canzoni per un ipotetico disco. Continuerò a fare Zelig, con cui stiamo facendo televisione, anche se non amo come detto la televisione, ma sono uno di li dentro. Continuerò a fare le serate che faccio normalmente in giro per l’Italia. Poi per finire dopo tutti questi spostamenti qui, mi piacerebbe anche una vita da vivere minimamente, perché ormai non vivo più, non vivo più a casa mia, ma vivo in macchina. Ho comprato un appartamento, con mutuo e tutto da luglio, non è uno scherzo che da luglio non ho ancora dormito sei sere di fila a casa mia. Ho una compagna a cui vorrei fare una carezza ogni tanto, prima che ci pensi qualcun altro, …. Come vedi di cose ce n’è da fare.
 

Finiamo con un saluto per i visitatori di spaghettitaliani.

Io sono Sergio Sgrilli, vi saluto e soprattutto, so che voi siete un gruppo di buon gustai, e sarebbe meraviglioso sia trovarci intorno ad un tavolo con del buon bere e del buon mangiare, a fare conversazioni spicciole e filosofie da bar, oppure mi piacerebbe tantissimo, anche se so che è un sogno irrealizzabile, portarvi nella mia terra e raccontarvi le origini del buon mangiare, del buon bere toscani, che sono per noi alla base della vita stessa. Tutto questo sappiamo che è un sogno, quindi io vi saluto e spero di vedervi presto.

 

Ringrazio Sergio Sgrilli per l'allegria e simpatia con cui mi ha accolto e lo saluto con un grosso e meritato in bocca al lupo per la sua carriera.

 

Realizzazione: Luigi Farina ( lfarina52@hotmail.com )

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