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Spaghetti Italiani - Portale di Gastronomia

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30 Agosto 2003 – Palermo - Villa Trabia - Fotofinish in bianco e nero di e con Antonio Rezza

 

Le foto dello spettacolo


 

INTERVISTA AD ANTONIO REZZA

di Luigi Farina

 

Palermo 30 Agosto 2003 ore 23.00 - Ho appena assistito allo spettacolo Fotofinisch in bianco e nero e mi appresto ad intervistare Antonio Rezza, uno degli attori più innovativi e moderni del teatro italiano. Che dire del suo modo di recitare: voglia di divertirsi, di stupire, di sconvolgere, ..., fregandosene di cosa possa pensare chi lo guarda, che passa da osservatore, a vittima, a protagonista, senza veli ne censure, ma voglioso di raccontarsi e di mostrarsi per quello che è.

 

Nello spettacolo che abbiamo appena visto, parli di solitudine, cosa vuoi trasmettere agli spettatori?

Niente, assolutamente niente. Non è che si fa una cosa, almeno noi, per trasmettere qualcosa. Noi facciamo le cose per noi stessi, se poi lasciano qualcosa nel pubblico, forse è l'unico limite dell'arte, quello di lasciare delle sensazioni al pubblico, di non essere completamente staccata dal pubblico. Non prevediamo la sensibilità del pubblico, saremmo appunto dei miserabili se prevedessimo che cosa suscita nel pubblico quello che noi facciamo. Lo facciamo per noi stessi, se poi hanno e danno qualcosa bene, ma mai messi nella testa del pubblico, mai, nemmeno una volta. Cioè l'artista che crea un ponte fra se e il pubblico è un pezzente, non è un'artista. Purtroppo siamo inquinati da questa miseria d'animo e non ce ne accorgiamo. Tutta l'arte che prevede il giudizio del pubblico a priori è arte misera, è l'arte di cui siamo abituati. Quindi il pubblico diventa coopartecipe dello spettacolo e il biglietto dovrebbe costare la metà, perchè si fanno interi spettacoli basandosi sul gusto del pubblico, e ripeto mi sembra altamente scorretto tutto ciò.

Ho visto che bruci tantissime energie durante lo spettacolo, oltre a doverti tenere sicuramente allenato, come ti nutri per tenerti in forma e che rapporto hai con il cibo?

Mangio un piatto di pasta e un po' di frutta un'ora prima dello spettacolo, essendo carboidrati vengono bruciati subito e permettono una buona efficienza. Questo tipo di spettacolo è uno spettacolo da inverno, si può fare anche in estate, perchè lo faccio come stasera, però è chiaro che a queste temperature è più difficile, io mentre corro non respiro, parlo, quindi è il doppio della fatica. Chiaramente si sente. Fumo pure abbastanza poco, non fumo tantissimo. L'alimentazione non è un'alimentazione proprio da sportivo, perchè non mi piace mangiare molto, non mi piace il cibo, mi sembra una cosa che inquini più del fumo, più di qualsiasi altra cosa. Non mi piace molto, fa male il cibo. Però mangio, riconosco il cibo buono da quello cattivo, sicuramente, mi piace per esempio il pesce. Non provo libidine rispetto al cibo, non divento rosso di passione di fronte al cibo. Mi arrostisce più un'idea, preferisco l'erotismo a cibo e vino.

Cosa ti aspetti dal futuro, come artista?

Spero di andar via da qua, da questo paese, che è veramente un paese volgare e profondamente nazista nei confronti delle espressioni nuove. Prevedo di andar via, insomma, è normale! Quello che dovrebbe prevedere chiunque. Però è chiaro che poi c'è il linguaggio, la lingua, che aumenta la velocità del pensiero, e quindi non è facile immaginarsi a non essere così veloce all'estero, perchè prima che uno riesca a pensare in un'altra lingua passano anni. Però sarà un passo da fare, non è che uno può rimanere con una Ferrari e correre nello sterrato.

E in che paese andresti, per trovare libero sfogo alla tua arte?

Io andrei in America, sicuramente. Potrebbe sembrare una scelta contraddittoria per quello che è l'america oggi, però non me ne fregherebbe nemmeno un cazzo, perchè sicuramente è il paese con più fermento artistico. La Francia anche. Si potrebbe andare in Germania, ma li la lingua è un problema ancora più grosso. Anche la Spagna, perchè la Spagna, bistrattata negli anni scorsi, adesso è molto più avanti di noi. Noi siamo secoli indietro, noi siamo proprio nella merda! E' un paese proprio di merda! Forse il siamo è un termine troppo generoso da parte mia, perchè io non mi sento merda.

Cosa è che non va in Italia per te, che rende questo paese, un paese di merda, come dici tu?

La cultura, l'arte è l'unica arma più forte della politica, che può contrastare la politica. La politica è un surrogato dell'arte, ma nemmeno, un surrogato fra virgolette, non perchè sia un distillato o una concentrazione minore dell'arte. La politica non è un cazzo per me, non esiste, non la riconosco come attività umana. E quindi a livello culturale siamo proprio messi male, molto male!

 

Mi complimento con Antonio Rezza per il suo modo di offrire la sua voglia di fare arte e per la sua schiettezza, e mi commiato con un grosso in bocca al lupo.

 

Realizzazione: Luigi Farina ( lfarina52@hotmail.com )

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