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Testi di Gino Adamo - Data ultima revisione: 3 Novembre 2001

Pagina realizzata da Luigi Farina (lfarina52@hotmail.com)

La gastronomia

Scritta "Cenni storici"

La gastronomia nella storia e nella letteratura




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     Sulle cause della morte di Giacomo Leopardi non si è mai raggiunta una certezza assoluta. Il colera che infieriva su Napoli in quel fatale 1837, è stato finora considerato da molti studiosi la causa più probabile della sua prematura scomparsa: Leopardi spirò a Napoli a soli 39 anni il 14 giugno del 1837.

     In realtà, secondo recenti rivelazioni di uno studio condotto dal prof. Gennaro Cesaro, il Poeta sarebbe morto per aver mangiato addirittura un chilo di confetti. Leopardi era notoriamente molto goloso di dolci, al punto da non sapersi frenare. La causa di morte non sarebbe stata quindi né l'idropsia dichiarata dal Ranieri né il colera sostenuto da molti studiosi.

     Inoltre, forse per attenuare gli effetti dell'indigestione, era stata data al Poeta una tazza di brodo caldo di pollo e una limonata fredda: un mix che avrebbe provocato - in aggiunta - una congestione intestinale.

     A sostenere questa tesi è Gennaro Cesaro, uno studioso che da anni appassionatamente ha frugato nelle carte leopardiane per tentare di far luce sulla vera causa del decesso del poeta di Recanati. La tesi sostenuta dal prof. Cesaro ovviamente smentisce le opinioni di altri illustri studiosi, che durante più di 160 anni si sono dichiarati convinti che a determinare la morte del Leopardi - avvenuta in casa dell'amico Antonio Ranieri - fossero state le conseguenze del colera.

     In base all'indagine del prof. Cesaro sarebbe stata, invece, inconsapevolmente la sorella di Antonio, Paolina Ranieri, a provocare quella morte, donando al poeta, il 13 giugno, tre confezioni di confetti di Sulmona. Il Leopardi, accompagnando i dolci con la micidiale miscela di brodo bollente e di limonata ghiacciata, avrebbe causato quella congestione intestinale che lo avrebbe portato alla tomba.

     Sulla morte del poeta di Recanati le ipotesi non sono mai mancate, anche le meno verosimili. Alcuni hanno parlato addirittura di paste alla panna, avariate, mentre altri di una forma di pericardite, ma l'ipotesi ufficiale rimaneva quella di Antonio Ranieri che accusava invece un' idropsia.

 

 

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